Cattolici in politica, Bagnasco: non ci facciamo intimidire

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“I cattolici accoglieranno le sfide inedite della presente epoca”. Sono queste le parole pronunciate dal Cardinale Angelo Bagnasco ieri a Roma durante l’intervento introduttivo del Consiglio episcopale permanente.

La Chiesa, scandisce il cardinale Bagnasco, è una «presenza leale e costruttiva» e «non può essere né coartata, né intimidita solo perché compie il suo dovere». Il Cardinale ha anche ricordato che l’etica in campo economico non è un optional e che chiunque assuma un mandato politico, dal semplice sindaco al presidente del Consiglio, deve “essere consapevole della misura, della sobrietà, della disciplina e dell’onore che quel mandato comporta”. Qualità richieste nella stessa Costituzione italiana.

E’ questo l’intervento più impegnativo pronunciato dall’inizio del suo mandato. Bagnasco parla di una Chiesa impegnata a rafforzarne l’unità nazionale: “Servono visioni grandi, non per fare della retorica, ma per nutrire gli spiriti e seminare nuovo, vitale ottimismo”. La preoccupazione dell’episcopato è costituita da un «malessere tanto tenace, quanto misterioso» che attraversa ciclicamente il Paese e che lo rende, denuncia il cardinale, non pacificato al suo interno.

Non c’è dunque solo la crisi economica a farsi sentire, richiedendo sacrifici pesanti a tutti, ma la contrapposizione tra destra e sinistra, le aspre polemiche, le delegittimazioni reciproche. Tutto questo fa perdere di vista il «criterio fondamentale per una onesta valutazione dell’agire politico», vale a dire la capacità di individuare le «obiettive esigenze» delle persone e della comunità nel suo insieme.

La gente, osserva il presidente della Cei, ha bisogno di serenità ed è stanca di sterili baruffe. E di fronte al disagio collettivo la Chiesa non starà zitta: criticare l’operato del governo, così come manifestare rilievi sugli effetti della crisi economica, non vuol dire non amare l’Italia.