Cavallo: l’affido è uno strumento abusato

bambini-che-giocanoUno strumento abusato, con una durata troppo lunga e con norme corrette ma mal applicate. Sono questi, in sostanza, i problemi dell’affidamento oggi in Italia.

Negli ultimi anni, a causa dell’aumentata complessità dei fenomeni familiari e della delega data ai servizi sociali, si è abusato molto dello strumento dell’affido, soprattutto nel Lazio”, ha detto Melita Cavallo, presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, durante il convegno “Diritto ai sentimenti per i bambini in affidamento” organizzato a Roma il 13 maggio 2010 dall’associazione La Gabbianella e gli altri animali. “L’affido è, e deve restare, la risposta temporanea che serve a ‘risanare’ una famiglia in difficoltà”. Concorde anche il Coordinamento nazionale dei servizi affido (Cnsa), di cui fanno parte 74 enti locali. “L’obiettivo dell’affidamento familiare deve rimanere quello del rientro nella famiglia d’origine del bambino”, ha aggiunto Veronica Pelonzi, psicoterapeuta e rappresentante del Csna per il comune di Roma. Lo riporta l’agenzia DIRE.

Per Arianna Saulini invece, coordinatrice del gruppo di lavoro per la Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia, il problema maggiore è che “la legge 149/2001 sull’adozione e l’affidamento dei minori non viene correttamente applicata” dai giudici. Infatti, essa stessa recita già che “l’affidatario deve essere sentito nei procedimenti civili relativi al bambino in affido”. Inoltre “il diritto di ogni bambino ad avere una famiglia non è un diritto esigibile in Italia, in quanto la realizzazione degli intervisti previsti da questa norma è condizionata dalla disponibilità delle risorse dello Stato, delle regioni e degli altri enti locali”. Servono quindi “finanziamenti adeguati per sostenere gli affidamenti familiari e un monitoraggio periodico sul loro andamento e sulla loro gestione, mentre le autorità giudiziarie minorili dovrebbero dare priorità a questo istituto rispetto all’inserimento in comunità dei minori”.