C’è una bella differenza fra figlio affidato e figlio adottivo

Alice scrive:

Io non so nulla di affido, quindi entro in punta di piedi in questa questione, ma so solo che questa distinzione “genitori affidatari” e “adottivi” è solo una distinzione creata dagli adulti, non certo dai bambini. i bambini desiderano una mamma e una papà e hanno giustamente bisogno di certezze, che chiedono continuamente a quei genitori che hanno a disposizione: e questi genitori che cosa dovrebbero rispondere? “non sappiamo quanto resterai con noi”, oppure “ora sono la tua mamma ma in futuro no”… che follia!!! la genitorialità è una, non mille a seconda di quello che decide qualche adulto… purtroppo però a decidere queste cose sono gli adulti e non i bambini stessi, se no le cose andrebbero diversamente… un bambino anche neonato capisce se chi gli sta accanto gli vuole bene o no!!!


cristina riccardiCara Alice,

non posso che condividere le tue riflessioni, ma proprio alla luce di queste io arrivo a sostenere con assoluta certezza che ogni bambino ha il solo bisogno di sentirsi figlio e non figlio affidato, men che meno figlio abbandonato.

I bambini desiderano una mamma e una papà e hanno giustamente bisogno di certezze, tu dici. Certezze che un genitore affidatario non può dare perché l’unica cosa certa in un affido e proprio quel dire “non sappiamo quanto resterai con noi”. Purtroppo i progetti d’affido, che assicurerebbero un minimo di stabilità indicando un obiettivo chiaro, spesso non sono predisposti dai servizi competenti; questo significa che ogni giorno possono essere applicate delle modifiche o essere emessi decreti dal Tribunale dei Minori che stravolgono le situazioni in atto. Questo ogni giorno per anni e anni.

Non metto in dubbio l’amore che ogni bimbo riceve dalla famiglia affidataria e nemmeno il fatto che comunque quel bimbo ha la possibilità di vivere un’esperienza vera di famiglia, ma non credo che questo possa bastare per giustificare la precarietà sottesa all’istituto dell’affido in se stesso, ma soprattutto quando mal gestito.

L’accoglienza familiare temporanea è l’unica risposta possibile a tutela di ogni bimbo che si trovi a subire le difficoltà della sua famiglia, troppo pesanti per rimanere all’interno di essa.

È necessario quindi cambiare; l’affido deve essere un valido strumento per garantire ad ogni bambino di vivere sempre accolto dal calore di una famiglia, ma per il tempo strettamente necessario per permettere agli adulti di garantirgli una sua, unica e vera famiglia.

E’ necessario che sia chiaro l’obiettivo di ogni affido attraverso la condivisione tra tutte le parti coinvolte di un progetto preciso e attento ai bisogni del bambino, della sua famiglia e di quella affidataria.

Per fare tutto questo occorrono nuove forze che possono essere messe a disposizione da tutte quelle realtà dell’associazionismo familiare che da decenni si occupano di accoglienza; naturalmente da quelle che potranno dimostrare di possedere i requisiti per assumersi la grande responsabilità di gestire l’accoglienza familiare temporanea di bambini temporaneamente abbandonati dalle loro famiglie.

Per concludere, non c’è differenza di sentimenti nell’essere genitore adottivo o naturale o affidatario. C’è, invece, differenza di sentimenti nell’essere figlio, adottivo o naturale, e nell’essere figlio affidato. Ogni bambino ha il bisogno/diritto di essere semplicemente figlio per sempre.

 Un caro saluto

Cristina Riccardi