Ma in che mondo viviamo? Altri due figli uccisi dal padre

Altre due vittime innocenti si aggiungono alla strage dei figli uccisi per mano dei genitori. Due bambine di 2 e 5 anni, uccise insieme alla mamma, che lasciano sola, e orfana, una terza sorella più grande

L’allarme è scattato dalla scuola della figlia maggiore: nessuno si è presentato a prenderla, all’uscita e, così, sono partite le chiamate verso i telefoni della mamma, del papà, della nonna… Nessuno ha risposto. Perché, a quel punto, erano già tutti morti. E con loro, vittime della follia omicida, erano morte anche le due sorelle minori di 2 e 5 anni.

Le dinamiche di una strage assurda

Le cronache dei giornali raccontano di uno scenario terribile che si è presentato agli occhi della polizia giunta sul posto. La scientifica è rimasta nella casa fino a tarda sera per cercare di recuperare ogni indizio possibile che possa chiarire la dinamica della strage, mentre, come sempre capita in questi casi, le ricostruzioni basate su racconti dei vicini, pagine social e quant’altro hanno già tracciato un loro primo quadro.
Usando tutte le cautele del caso, visto che ancora non ci sono certezze da parte degli inquirenti, l’ipotesi più probabile è quella che sia stato il papà, un uomo di origine tunisina di 40 anni, a uccidere suocera, compagna e figli, utilizzando un coltello. Lo stesso, probabilmente, con il quale alla fine della mattanza si è tolto la vita.
Unica a sopravvivere, come detto, la figlia maggiore della donna, avuta da una precedente relazione, che in quel momento era a scuola.

Figli, vittime innocenti dei genitori

Ci saranno indagini, ricostruzioni più accurate, prove e indizi… Ma quello che è già chiaro fin da subito, e che non potrà più cambiare, è che ancora una volta due bambini innocenti sono stato uccisi, probabilmente dalle mani dello stesso loro padre. Non che la morte della donna e della nonna siano meno “innocenti”, assolutamente, ma il gesto di togliere la vita ai propri figli è qualcosa che lascia oltremodo sgomenti e che non trova giustificazione alcuna da qualsiasi punto di vista, se non quello, assurdo, che accomuna questo ai tanti, troppi altri casi di cronaca in cui un genitore uccide i propri figli: quello di chi pensa, magari inconsciamente, che i figli siano “suoi”, come un diritto di cui disporre; come il “segno” di qualcos’altro che si possa, e si debba, cancellare nel momento in cui questo finisce. E non come una vita indipendente e “altra” di cui in alcun modo si potrà mai disporre.