Cina. A Chongqing, capitale dell’affido: “Le coppie vengono preparate e sostenute… ma il vero miracolo lo fa il loro amore per i piccoli disabili”

cina due figliTra le meraviglie di un Paese immenso come la Cina, c’è anche una città che può a ragione definirsi la “capitale dell’affido”. È Chongqing, situata nella regione del Sichuan, nel centro-sud dell’immenso territorio cinese. Qui negli ultimi 9 anni è stata creata una rete di famiglie affidatarie che ha accolto centinaia di bambini, la maggior parte dei quali con disabilità più o meno gravi. Chongqing è stata la prima città della Cina a valorizzare al meglio la risorsa offerta da tante coppie di genitori affidatari.

Il 15 maggio, in occasione della Giornata nazionale delle persone diversamente abili, molte di queste famiglie hanno avuto l’opportunità di raccontare ai propri concittadini la propria esperienza. Tra le testimonianze più toccanti quella dei coniugi Li Chenghong e Zhou Huagang, che fanno parte di una rete di una ventina di famiglie che, negli ultimi 9 anni, hanno accolto in affido oltre 100 minori.

Dal 2010 al 2016, i signori Li e Zhou si sono presi cura di 4 bambini tra i 3 e i 14 anni, tutti affetti da problemi di salute. Vivono in un appartamento con 4 camere da letto e ricevono dallo Stato solo un piccolo contributo per il mantenimento dei piccoli. Per il resto, le cure dei 4 bambini sono affidate all’impegno, all’amore e alla generosità di questa coppia da record dell’accoglienza.

Tutto cominciò nel 2010, quando la signora Li vide in televisione un appello per cercare nuove famiglie affidatarie. Decise così di informarsi meglio e di presentare la propria disponibilità a una casa famiglia della loro città. Tempo dopo Li e Zhou vennero richiamati perché ritenuti idonei ad accogliere in affido alcuni bambini fino a quel momento ospitati in un orfanotrofio.

“Quando l’affido ha avuto inizio – ha raccontato Li in occasione della festa del 15 maggio -, certamente non sono mancate le difficoltà. Io non avevo mai avuto esperienze con bambini disabili, ma ho sempre potuto contare sull’aiuto di mia figlia biologica, che fa l’infermiera a Changsha, la capitale della provincia dello Hunan”.

“Prendersi cura di un bambino con una disabilità pesante necessita di un grande impegno”, ha confermato papà Zhou, ma le famiglie disposte a farlo sono adeguatamente preparate dalle istituzioni del territorio. “Vogliamo che i bambini si sentano sempre amati, curati e protetti – ha spiegato Li Pengmei, direttore della casa famiglia a cui Li e Zhou presentarono domanda di affido -. Le famiglie vengono attentamente valutate dalle istituzioni responsabili. Noi siamo sempre pronti ad accogliere nuove coppie disposte a mettersi in gioco e a darci una mano. Queste famiglie affidatarie – conclude – meritano davvero la nostra stima. Il sostegno che possiamo assicurare è minimo rispetto all’impegno profuso dai genitori affidatari, che si dimostrano sempre persone di grande cuore”. Gli fa eco Luo Jiaojiang, direttrice dell’Istituto di Sviluppo Sociale dell’Università di Wuhan, che sottolinea l’importanza di due genitori “full-time” capaci di creare un ambiente familiare e stabile per i piccoli disabili abbandonati: “Circondati da adulti responsabili – ha detto – i bambini hanno molte più possibilità di crescere sereni”.

Quella dei bambini disabili che vivono in istituto, del resto, in Cina è una vera emergenza: sarebbero più di mezzo milione in tutto il Paese e oltre il 90% di quelli ospitati nelle case famiglie di Chongqing presenta patologie molto gravi.

 

Fonte: Chinadaily