Cina. Agnello “Rui aveva la ‘bocca cucita’ ora comincia a sillabare ‘fa-mi-glia’ ”

AGNELLONon bisogna mai demordere, qualsiasi cosa succeda durante il percorso verso l’adozione, ogni fatica vi verrà ripagata, possiamo assicurarvelo!!

Walter e Pieranna Agnello grazie all’arrivo di Rui dalla Cina sono diventati mamma e papà: oggi, a quasi un anno dal loro ritorno a casa – era la Pasqua 2015 e il bambino aveva due anni – si sentono di rassicurare ogni coppia che volesse avvicinarsi all’accoglienza adottiva. E di consigliare una attenta scelta dell’ente, che abbia esperienza e offra garanzie di trasparenza: “Per noi la scelta ha richiesto tempo ma ne è valsa la pena – dice Walter che con la moglie ha raccontato la loro esperienza per #iosonoundono –  Vediamo che molti hanno paura o manifestano perplessità verso l’adozione di un figlio ma, davvero, non ce n’ è bisogno: un bambino, indipendentemente da dove arrivi, è una gioia immensa e vederlo crescere, pensando da quali situazioni proviene, è qualcosa di incredibile”.

Il viaggio verso Xi’An, per gli Agnello, è iniziato in provincia di Cuneo, dove vivono e dalla sede Ai.Bi di Torino: da qui una piccola delegazione di futuri mamme e papà partì alla volta della Cina con il ben noto carico di emozioni e timori per l’incontro che avrebbe cambiato per sempre la vita di ognuno di loro.

A Xi’An, dopo le prime ore di studio e conoscenza di quei due signori arrivati da lontano, Rui si è subito affidato a mamma e papà. Ed era così contento di trascorrere tempo con loro “che non siamo riusciti a fare neanche una gita!” dice Walter. “Da un lato il bambino aveva i suoi ritmi e si stancava presto, dall’altro preferiva giocare con noi, stare in hotel o nelle vicinanze”.

Il rispetto dei tempi del bambino è infatti un aspetto da tenere presente, soprattutto se lui stesso lo richiede.

L’adozione sta andando bene, ogni giorno che passa ci si conosce sempre di più, reciprocamente – racconta Pieranna – .  Rui adesso è molto meno capriccioso ma del resto ci avevano preparato a questo. Cresce a vista d’occhio e impara dalle mille esperienze quotidiane”.

Quando Walter e Pieranna hanno incontrato Rui, il piccolo non parlava ancora: per lui quindi il percorso linguistico è ricominciato da capo, proprio con mamma e papà. “Oggi capisce e si fa capire, comincia a sperimentare l’italiano – dicono i genitori – ma quello che più conta, comincia a capire davvero cosa significhi ‘famiglia’. Si sta affezionando ai parenti più stretti, soprattutto ai nonni”.

E tra mamma e papà ci sono…preferenze? “No! – dice sicuro papà Walter – in questo anno si è legato a entrambi, ha bisogno della mamma ma anche del papà, in egual misura. E noi siamo ben felici tanto che dorme ancora con noi: prima o poi si staccherà ma tutti noi non vogliamo privarci della gioia del lettone!”.

Rui, come tutti i maschietti, ha la passione delle macchinine: “Ce ne sono ovunque, a volte se le porta anche per dormire!” dice Pieranna che da poco ha ripreso il suo lavoro mezza giornata. “Abbiamo preferito aspettare per mandarlo all’asilo, comincerà a settembre quando avrà 3 anni e mezzo e sarà ancora più ambientato – racconta Pieranna – : per il momento va un paio d’ore con una tata in una ludoteca la mattina, il tempo di mangiare e fare il riposino che arrivo io dal lavoro”.

Un equilibrio che per Rui è ideale tra tempo trascorso in famiglia e primi passi fuori di casa.