Colombia. L’appello di Cristina Plazas Michelsen (Icbf): “Giudici, accelerate i processi! Non esiste un bambino che non possa non essere adottato!

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Una delle cause della crisi dell’adozione internazionale a livello mondiale è il presunto minor numero di bambini adottabili? Una bufala. Lo dimostrano le recenti affermazioni di qualcuno che di lotta all’abbandono se ne intende: Cristina Plazas Michelsen, direttrice generale dell’Instituto Colombiano de Bienestar Familiar, l’istituzione pubblica colombiana che lavora per la protezione di minori e famiglie e si occupa di adozioni. Parlando ai microfoni dei media, a margine di una riunione del Comitato Adozioni che si è svolta nella città di Barranquilla a fine settembre, Plazas Michelsen ha dichiarato che l’Icbf sta attualmente cercando una famiglia a ben 5mila bambini che si trovano nel sistema di protezione, “partendo dal presupposto che nessun bambino è impossibile da adottare”.

L’alto funzionario ha dapprima ricordato  che, per l’Icbf, il principale obiettivo è il reinserimento dei bambini sotto protezione nel loro nucleo originario: per questo scopo, l’Icbf lavora sul rafforzamento delle famiglie di origine, dal momento che queste sono sempre considerate “la prima linea di difesa per bambini e adolescenti”. “Tuttavia – avverte Plazas Michelsen – se le famiglie non possono garantire i diritti dei loro figli, è necessario ricorrere all’adozione e l’ICBF deve rivedere tutti i processi per renderli più snelli e quindi garantire ai bambini il diritto ad avere una famiglia”.

La numero uno dell’Icbf ha anche fatto notare come, presso una parte dei colombiani, vi sia una convinzione errata sull’adozione da parte di coppie straniere. “Non è che le famiglie straniere adottino di più – ha precisato -: quello che succede è che i colombiani di solito vogliono i neonati o i bambini senza bisogni speciali, mentre gli stranieri accettano gruppi di fratelli o minori in condizioni di disabilità o con più di 8 anni”.

La direttrice dell’Icbf ha anche rivolto ai giudici un appello affinché accelerino il processo di adozione, sottolineando che “ogni giorno che i bambini passano in istituto è per loro un giorno in meno per avere una famiglia amorevole, essere felici ed evitare di restare in istituto per tutta la vita e diventare figli dello Stato”.

Il riferimento è ad alcuni casi attualmente presenti in Colombia. “Siamo già attivi – ha annunciato – per 8 fratelli che hanno perso la madre e a cui dovremo riservare tutta l’attenzione per garantire loro i diritti fondamentali. E in relazione a un bambino maltrattato da sua madre, abbiamo aperto un processo, in cui stiamo esaminando quali diritti siano stati  violati”. Il peggior nemico della società, secondo Plazas Michelsen, sarebbe proprio la violenza domestica: La pace si otterrà soltanto quando nelle case dei colombiani ci saranno amore, rispetto e tolleranza: per questo, l’Icbf sta lavorando sodo”.

 

Fonte: Icbf