Come posso dare in adozione il figlio che partorirò e che non potrò tenere?

Buongiorno Ai.Bi.

So che vi occupate da tanti anni di bambini abbandonati e di trovare una  famiglia a tanti minori, sia in Italia che nel mondo. Vi scrivo per chiedervi un consiglio su come comportarmi di fronte a un mio grave problema.

Sono una ragazza di 20 anni e sto vivendo un momento di vera disperazione. Purtroppo ho fatto una sciocchezza e sono rimasta incinta. Mi sono accorta del mio stato di gravidanza quando ormai era troppo tardi, alla ventunesima settimana. Se da un lato so di non avere assolutamente la possibilità di tenere con me il bambino che nascerà tra qualche mese, dall’altro non intendo interrompere la mia gravidanza perché sono di principio contraria all’aborto. Lo vorrei dare in adozione subito dopo la nascita, se possibile. Sapreste dirmi come fare?

Grazie,

Silvana

 

MARIA GALEAZZI (3)Cara Silvana,

non c’è alcuna ragione di temere né per te né per tuo figlio. La legge italiana viene incontro al desiderio e alle necessità di quelle madri che decidono di mettere al mondo un bambino pur sapendo consapevolmente di non poterlo tenere con sé e di non poterlo crescere.

Quello che ti consigliamo di fare è di portare a termine regolarmente la gravidanza e di andare a partorire in ospedale. Qui, potrai immediatamente dichiarare di voler partorire in anonimato. In tal modo, il neonato verrà subito dichiarato adottabile e potrà nel giro di poco tempo trovare una nuova famiglia attraverso una procedura di adozione nazionale.

Il parto in anonimato in ospedale, per le donne che non intendono tenere con sé il proprio figlio, è la soluzione migliore per diversi aspetti. Innanzitutto la partoriente viene costantemente seguita e assistita dal personale medico e sanitario specializzato, al pari, ovviamente, di tutte le altre madri. In secondo luogo, la decisione di lasciare il neonato in ospedale dopo un parto in anonimato non è considerato abbandono di minore e quindi non è perseguibile come tale. Siamo nella situazione opposta, pertanto, ai frequenti drammatici casi in cui i neonati vengono partoriti in casa o per strada e abbandonati nei cassonetti o sotto i sedili dei treni. In quelle situazioni, la salute del nascituro e della madre è ovviamente esposta a maggiori rischi e la donna è perseguibile per il reato di abbandono di minore. Infine, le donne che decidono di partorire in anonimato in ospedale hanno diritto a rimanere segrete anche successivamente: il loro anonimato, quindi, resta tutelato e non vi è il rischio, in futuro, che la loro identità venga resa nota ai figli senza autorizzazione delle stesse madri.

Alla luce di questo, ti posso raccomandare di restare tranquilla e di concludere serenamente la tua gravidanza, nella certezza che il tuo bambino potrà crescere in una famiglia adottiva fin dalle prime settimane successive alla sua nascita.

Un caro saluto,

 

Maria Galeazzi

Area Italia di Ai.Bi.