Le conclusioni della Commissione affidi: senza una banca dati, impossibile monitorare il sistema dell’accoglienza temporanea. Urge una riforma complessiva

Troppi i minori in comunità educative ripsetto a quelli in affido familiare; i tempi di permanenza fuori dalla famiglia vanno ben oltre i due anni previsti dalla legge; esagerato il potere affidato ai servizi sociali

Dopo un anno di lavori, sono stati presentiti i risultati emersi dalla ricerca della Commissione parlamentare sugli affidi alla cui testa c’era la deputata della Lega Laura Cavandoli.
La relazione finale ha evidenziato un quadro piuttosto allarmante, tanto da sottolineare, come conclusione, la necessità di una “riforma complessiva del sistema”, che in parte è già cominciata con la riforma del processo civile e l’istituzione del Tribunale distrettuale della Famiglia che, però, ha già suscitato non poche polemiche, a partire da quelle sollevate dalla Presidente del Tribunale dei Minori di Brescia Cristina Maggia.

Commissione affidi: mancanza banca dati e permanenze in comunità troppo lunghe

Tra le principali criticità messe in luce dalla relazione c’è la mancanza di dati certi, visto che non esiste, a oggi, un registro dei minori allontanati dalla famiglia né – ha sottolineato Cavandoli – “È possibile avere traccia dei motivi dell’allontanamento e della durata del collocamento extrafamiliare”. Durata che è un altro dei punti dolenti, con il collocamento dei minori nelle strutture che va spesso ben oltre i due anni previsti dalla legge.
Anche sul versante delle strutture di accoglienza e di collocamento sono state evidenziate diverse criticità, come la mancanza di un registro nazionale anche per queste realtà e la difformità del sistema di controlli (quando questi vengono fatti e non sono, invece, del tutto assenti).
Inoltre, nell’evidenziare come il numero dei minori presenti nelle strutture sia molto superiore a quello dei minori in affidamento familiare, la Cavandoli, ha ammesso come “Non si può escludere a priori un interesse anche economico ad accrescere il numero dei minori accolti e a dilatare la loro permanenza nelle strutture”.

La commissione affidi verrà riproposta subito anche al prossimo Parlamento

Un ulteriore aspetto negativo messo in luce dalla relazione è il potere dei servizi sociali, che operano in maniera difforme sul territorio e che scelgono le famiglie affidatarie e le comunità in cui collocare i minori senza che i tribunali possano preventivamente dare un parere.
Duro anche il commento dell’onorevole Stefania Ascari, Capogruppo M5S nella Commissione Bicamerale Antimafia e nella Commissione di inchiesta sugli allontanamenti di minori dalle famiglie di origine, che evidenzia come la relazione della Commissione abbia individuato “numerose falle del sistema di tutela minori” e una cattiva applicazione delle norme, il tutto a danno dei minori stessi e delle famiglie.
Ascari ha anche assicurato che il primo provvedimento che presenterà una volta insediato il nuovo Parlamento sarà la richiesta di ripristinare la commissione d’inchiesta sugli affidi dei minori.