Como, aborto: se anche in Italia ci fosse stata “l’adozione in pancia”

aborto1La paura di chiedere aiuto e perdere il posto di lavoro; la mancanza di una famiglia strutturata in grado di dare ascolto e supporto. Possono essere state queste le ragioni che hanno spinto una giovane ucraina ad abortire con dei farmaci a Como. La donna era stata soccorsa all’Ospedale di Milano per una forte emorragia, a seguito della quale si è poi capito che aveva abortito. Il corpicino è stato individuato grazie alla stessa donna, che ha detto di aver abortito la settimana scorsa.

Si tratta di un gesto estremo, che rappresenta la punta dell’iceberg di un fenomeno estremamente diffuso in Italia. Solo negli ultimi dieci giorni sono stati tre i casi di donne che tra Como, Genova e Pistoia hanno rifiutato e tolto la vita ai loro figli. Molteplici le ragioni che si potrebbero imputare a un atto così grave, resta in ogni caso la disperazione e la paura a guidare la follia omicida delle madri. Timore di perdere il posto di lavoro, di non riuscire ad allevare il proprio figlio, di essere discriminate. Sono oltre 120mila le donne che in Italia hanno deciso di interrompere la gravidanza nel 2008, oltre 15.000 l’hanno fatto in clandestinità. Una su tre è straniera.

Servono misure e politiche per sostenere le donne in difficoltà e garantire il diritto alla vita del nascituro. Con questo obiettivo è nato, su iniziativa del Sottosegretario con delega alle Politiche per la Famiglia Caro Giovanardi, il consorzio “Preferire la vita”. Tre le associazioni che ne fanno parte (Ai.Bi., Movimento per la Vita, Papa Giovanni XXIII). Obiettivo principale del Consorzio sarà quello di informare e aiutare le gestanti in difficoltà a valutare tutte le alternative possibili all’aborto. Un bambino non voluto può essere messo al mondo rispettando l’anonimato della madre e dandogli la possibilità di essere figlio con l’adozione. “Preferire la vita” prevede un’azione triennale di sensibilizzazione capillare e di sostegno alla maternità.

Sono circa 300 – ha detto Giovanardi – i bambini che ogni anno vengono lasciati alla nascita dalle madri e destinati all’adozione. Potrebbero essere molti di più se fossero correttamente informate sul fatto che possono partorire in ospedale nell’anonimato. I loro figli potrebbero essere accolti immediatamente in famiglia. Sono decine di migliaia le coppie che aspirano all’adozione.”