Dalla comunità all’affido: il bisogno dei bambini di essere visti, accolti e amati

Come si comportano i bambini delle comunità? Stefania ha scritto ad Ai.Bi. esponendo le sue preoccupazioni riguardo a un bambino di 4 anni che avrebbe intenzione di accogliere in affido

Stefania ha deciso di intraprendere il percorso dell’affido familiare. Le è stato proposto di accogliere un bambino di 4 anni che al momento sta in comunità e che presenta alcuni problemi comportamentali. Per chiarire i suoi dubbi, ha scritto ad Ai.Bi. una lettera.

“Buongiorno,
mi hanno proposto un affido di un bambino di 4 anni che al momento è in comunità. Quando mi hanno presentato la sua situazione mi sono un po’ preoccupata. Ancora non sa bene controllare la pipì, ha tanto bisogno di una relazione uno a uno e quando l’adulto di riferimento si allontana va in crisi.
Ma sono tutti così i bambini in comunità che vanno in affido?
Grazie,
Stefania”

Gentile Stefania,
ogni bambino è a sé e non possiamo  dire che i bambini in comunità sono tutti in un modo o nell’altro.
Certo è che i bambini sono in comunità perché in un determinato momento è stato necessario un allontanamento dal nucleo di origine.
I motivi possono essere diversi. Si tratta a volte di maltrattamenti, altre di incuria grave, altri casi abusi, altre volte per mancanza di una rete familiare in caso di malattia dell’unico genitore esistente, oppure per malattia di entrambi, o altro ancora.

I bambini accolti in comunità

Ci sono situazioni diverse, ma possiamo dire che i bambini in comunità hanno tutti un bagaglio di sofferenza, più o meno accentuato, che li ha segnati e che esprimono come riescono.
I loro comportamenti sono spesso dettati dalla necessità di essere visti e considerati.

“Se faccio il bravo nessuno mi nota”

Può sembrare strano, ma delle volte i loro agiti sono causati da un pensiero che grossolanamente può essere sintetizzato così: “se faccio il bravo nessuno mi nota, se faccio il monello, almeno per sgridarmi, esisto per qualcuno”.  Spesso hanno grossi sensi di colpa, perché credono di essere loro la causa dell’allontanamento dai propri genitori. Sfidano continuamente per avere conferma che possono fidarsi e cercano conferme di essere accettati per quello che sono.
Come manifestano questi vissuti varia da bambino a bambino, ad esempio appena arrivata nella casa degli affidatari, Ada grattava la parete del muro della sua stanza prima di dormire, Claudio nascondeva le calze che per lui erano legate ad un ricordo terribile, Eros per i primi 6 mesi stava avvinghiato alla mamma affidataria che non poteva mai allontanarsi da lui.

Come comportarsi

Sicuramente non è facile gestire questi aspetti ed è necessario avere un buon grado di consapevolezza che ci saranno sicuramente momenti impegnativi.
In alcuni frangenti sarà importante essere più accoglienti, in altri più fermi. L’esercizio dell’autorevolezza educativa potrà essere prezioso. Aggiungiamo che il confronto con altri che vivono la stessa esperienza è un grossissimo aiuto per affrontare i vari momenti perché si condividono fatiche e strategie.
Sono tutti così i bambini in comunità che vanno in affido?
Se intendiamo bisognosi di essere visti, accolti e amati, sì, sono tutti così.

Informazioni e richieste sull’affido familiare

Chiunque volesse approfondire la conoscenza dell’affido familiare e riflettere sulla propria disponibilità a intraprendere questo percorso, può partecipare agli incontri organizzati da Ai.Bi. Tutte le informazioni si trovano alla pagina dedicata del sito dell’Associazione.