Novità sul congedo parentale: ora si diventa “più padri”

Il Consiglio dei Ministri approva i cambiamenti alle regole riguardanti il congedo parentale, esteso fino a 9 mesi con indennizzo, da usufruire entro i 12 anni del figlio, anche adottato o in affido. Diventa strutturale il congedo obbligatorio di 10 giorni per i padri

In una settimana politicamente caratterizzata dalle decisioni sugli interventi per calmierare la corsa dei prezzi e sul sostegno all’Ucraina, il Consiglio dei Ministri ha definitivamente approvato due Decreti che mettono a regime alcune decisioni riguardanti i congedi parentali di cui si era parlato già nei mesi scorsi. Le decisioni arrivano recependo le direttive europee sull’equilibrio vita – lavoro per i genitori e i cosiddetti caregiver, ovvero coloro che si prendono cura di familiari che hanno bisogno di assistenza. La prima direttiva, in particolare, vuole promuovere “una più equa condivisione delle responsabilità tra uomini e donne” nell’ottica di accelerare il percorso verso una parità di genere che sia realmente effettiva sia in ambito lavorativo, sia familiare.

Congedo parentale esteso a 9 mesi con indennizzo

Nel concreto, queste intenzioni si traducono con l’entrata in vigore in maniera strutturale del congedo di paternità obbligatorio, della durata di 10 giorni, “spendibile” nel periodo che va tra gli ultimi due mesi di gravidanza e i primi 5 mesi dopo il parto. Il congedo vale anche in caso di morte perinatale del bambino. Questo congedo si differenzia da quello “alternativo” che rimane dovuto solo in caso di morte del bambino, grave infermità o abbandono del minore da parte della madre.
Il decreto ha anche esteso alcune tutele già in essere: per esempio, passa da 10 a 11 mesi il diritto al congedo parentale per il genitore solo; passa da 6 a 9 mesi il periodo di congedo coperto da indennità al 30%; sale da 6 a 12 anni l’età del bambino entro la quale i genitori (adottivi e affidatari compresi) possono utilizzare il congedo parentale facoltativo.
Quest’ultimo può arrivare a coprire un periodo di tempo di 9 mesi, ma solo se suddiviso tra i due genitori: tre mesi, infatti, sono “non trasferibili” e assegnati a ciascun genitore (i tre mesi assegnati al padre, dunque, non possono essere trasferiti alla madre, e viceversa), mentre ulteriori tre mesi sono trasferibili e fruibili in alternativa tra loro.

Equilibrio vita – lavoro: il congedo parentale è una priorità da rispettare

Per quanto riguarda i datori di lavoro, viene sottolineato come siano tenuti a dare priorità, nelle richieste di smart-working, alle lavoratrici e i lavoratori con figli fino a 12 anni o senza limiti di età in caso di disabilità. Uguali diritti valgono per i caregiver.
Sempre per i datori di lavoro, sono previste sanzioni per coloro che non applicano queste regole e che ostacolino la fruizione del congedo di paternità obbligatorio.