Non basta dire “Ora chiudi il tablet!” Ecco i consigli ai genitori per aiutare i figli a farne un uso corretto

Poche regole, chiare, e nessuna “lotta di potere”: le indicazioni di uno psichiatra per educare i figli a usare tabelt e smartphone in maniera corretta e consapevole

Pensare che, oggi, bambini e adolescenti non abbiano a che fare con tablet e smartphone è pura utopia. E per molti versi non è nemmeno giusto se, come sottolinea in un articolo pubblicato sull’HuffPost Federico Tonioni, psichiatra ed esperto di dipendenze patologiche: “I ragazzi hanno il diritto di essere connessi. Nei telefonini c’è tutta l’intimità possibile dei nostri figli, i primi abbozzi di sessualità, la loro immagine, le loro storie, i loro segreti, quando crescono li usano per moltiplicare le relazioni. Hanno diritto di acquisire una loro identità, online e offline”.
Certo, rimane il fatto che l’uso di questi dispositivi richiede delle regole, per evitarne l’abuso ma anche per riuscire a innescare delle dinamiche che permettano di vivere meglio l’utilizzo e il non utilizzo di uno schermo.

Poche regole e nessuna “lotta di potere” per insegnare un uso corretto del tablet

Insomma, la classica frase: “cinque minuti e poi basta” non serve a molto, se non a far innervosire il bambino e innescare una sorta di “lotta di potere” che non porta a nulla. “Le regole – sottolinea Tonioni – vanno date per fissare dei limiti e non per vincere sui bambini e ridurli all’obbedienza”, anche se è bene ricordare che non esistono regole universali valide per tutti, ma che tutto dipende dai contesti familiari. È inutile anche lasciare in mano il table o il telefono per troppo poco tempo, perché ai bambini serve un po’ di tempo per trovare la concentrazione e vedersi togliere di mano il device troppo presto non può che aumentare la frustrazione.
A di là dei compromessi che ciascun genitore deve trovare con i propri figli, però, alcune indicazioni concrete si possono dare. Per esempio è utile seguire una routine: secondo uno studio dell’Università di Washington riportato da il Post, quando i bambini sanno sin dall’inizio che a un certo punto dovranno spegnere il tablet, smetteranno più facilmente. Specie se, dopo il gioco, si propone loro qualcosa di divertente, come fare merenda, fare un giro al parco… e non qualcosa di noioso come fare i compiti o andare a dormire.
Altro consiglio pratico è quello di disabilitare l’autoplay, ovvero quel sistema che fa partire in automatico un nuovo video appena ne finisce un altro.

I figli hanno bisogno di fiducia, non di controllo

Regole chiare, dunque, e meno controllo costante. Sottolinea ancora Tonioni: “L’ipercontrollo è un rischio, perché se stiamo troppo addosso ai nostri figli loro si sposteranno sempre più avanti. Le regole vanno date, ma teniamo sempre presente che i figli hanno bisogno di fiducia, non di controllo”. Fatti salvi, chiaramente, i casi di dipendenze patologiche, che, però, nascondono sempre problemi più radicali e profondi.
Molto bella l’immagine con la quale Tonioni chiude la sua riflessione: “I genitori dovrebbero essere come dei fari.. Il faro ha il compito di aiutare il ragazzo a non perdersi, ma solo quando c’è bisogno: di notte. Se il faro segue il pescatore sempre, questo si spaventa e scappa. Il faro deve rimanere fermo e acceso, ed essere presente quando è necessario”.