Convegno a Milano: “L’adozione non finisce mai e va accompagnata per tutta la vita”

Nell’ ambito del convegno “Sostenere l’adozione nel tempo” organizzato dalla Caritas Ambrosiana presentata una ricerca sui vissuti delle famiglie nel tempo post adottivo.

Si è svolto mercoledì 14 ottobre il convegno online “Sostenere l’adozione nel tempo” organizzato dal Tavolo territoriale sull’adozione della Caritas Ambrosiana, con l’obiettivo di presentare gli esiti di una ricerca svolta per comprendere i vissuti delle famiglie nel tempo post adottivo e conoscere le attività di supporto e di accompagnamento offerte ed utilizzate dalle famiglie.

Dai 379 questionari compilati dalle famiglie, nella primavera – estate del 2019, è emerso come, nel territorio ricompreso nella diocesi di Milano, chi scelga di adottare un bambino sia nella maggior parte dei casi un genitore con un  livello d’istruzione molto elevato.  Il 94,2% delle madri e il 90% dei padri, posseggono infatti un titolo superiore al diploma di scuola secondaria.

Si tratta in media di persone dai 35 ai 44 anni di età e chi sceglie di intraprendere un percorso di  adozione internazionale è in media “più grande” di chi decide di compiere una scelta adottiva nazionale.

Dalla ricerca emerge come  le famiglie abbiano effettuato soprattutto adozioni singole, nel 71,5% dei casi e solo il 14,5% abbia adottato contemporaneamente  più fratelli e sorelle, mentre il restante 14% ha realizzato adozioni successive. Nel 12,1% dei casi nelle famiglie adottive sono presenti anche figli biologici.

Sono necessari i servizi di accompagnamento post adozione?

Per quanto riguarda la necessità, per tutte le famiglie, di ricevere supporto nella crescita di un bambino adottato,  il 97,7% dei genitori partecipanti alla ricerca, ne ha sottolineato l’importanza oltre ad evidenziare come i servizi di post adozione specialistici siano pochi rispetto al bisogno.

L’84,4% pensa che tali servizi siano costosi e che si dovrebbe pensare ad un contributo che incentivi le famiglie. Tra questi, i genitori dell’adozione internazionale ne sono i più convinti.

Il 77,6% dei genitori adottivi che hanno risposto al questionario, infine, ha ammesso di aver partecipato ad un gruppo di post adozione, inteso sia come servizio specialistico sia come gruppo di auto mutuo aiuto tra famiglie.

Il 43,1% di chi ha chiesto un’attività di supporto post adozione l’ha fatto per avere un confronto con un esperto su situazioni specifiche, nel 19,9% dei casi, per avere un supporto educativo, nell’ 11,5%, perché la situazione era diventata difficile, nel 9,2% per problemi scolastici o perché il figlio presentava difficoltà psicologiche nell’8,4% dei casi.

L’importanza del tempo, della rete, della competenza e specializzazione

Nelle conclusioni dell’incontro, Cinzia Bernicchi, Responsabile formazione adozione internazionale di Ai.Bi, ha evidenziato come nei numerosi interventi presentati da operatori delle diverse realtà che si occupano di adozione sia nazionale, sia internazionale, siano state rilevate alcune parole chiave che hanno attraversato trasversalmente tutti gli interventi: tempo – rete – competenza e specializzazione.

Tempo

Il concetto di tempo è stato declinato in tutte le sue forme, legandolo alla prevenzione, al superamento del “tempo istituzionale”, ma anche parlandone come un tempo infinito, indeterminato perché l’adozione non finisce MAI e va accompagnata nel corso del ciclo della vita.

Rete

La rete, che può essere “amicale”, un supporto tra pari che condividono esperienze ed emozioni, ma che può offrire anche interventi sinergici con obiettivi condivisi e visioni sul futuro da intraprendere, insomma un confronto tra sguardi diversi che condividono obiettivi concreti.

Competenza e specializzazione

Infine, la competenza e la specializzazione, richieste a gran voce da tutti gli intervistati, ma che purtroppo, nel 23% dei casi, si sono trovati di fronte ad operatori non preparati”.