Coronavirus. Antonio Crinò (Ai.Bi.): “Ecco come comportarvi con i vostri figli”

“Per i genitori c’è anche l’aspetto educativo. Se si accende la tv sulla partita di calcio e nessuno rispetta le direttive l’esempio non è positivo”

Come cambia la vita dei genitori il Coronavirus? Le scuole chiuse, in Lombardia già da due settimane, stanno mettendo a dura prova la vita delle famiglie, che devono farsi carico di gestire la presenza dei figli a casa tra mille difficoltà. A spiegarlo è Antonio Crinò, direttore generale di Ai.Bi. – Amici dei Bambini e genitore di un bimbo di sette anni, recentemente intervistato sul tema da Rai Radio 1.

“Molti contano sull’aiuto dei nonni – spiega Crinò – ma anche chi ha la fortuna di averli, in realtà non sempre può appoggiarsi a loro. Noi abbiamo i nonni materni e spesso chiediamo loro di aiutarci con nostro figlio. Purtroppo, però, gli anziani sono tre le fasce più a rischio e quindi, in questo caso specifico, non possono aiutare”.

Coronavirus, genitori e figli: i vantaggi dello smart working

“Come genitori – prosegue il DG di Ai.Bi. – in Lombardia ci siamo dovuti organizzare dalla sera alla mattina alla notizia della chiusura delle scuole. La soluzione che abbiamo utilizzato è stata quella di utilizzare le reti famigliari: chi aveva la fortuna di trovarsi in smart working ha accolto i figli altrui a casa propria e il giorno seguente, magari, si ricambiava il favore”.

Naturalmente, però, questa non è una modalità che può protrarsi sine die.Certamente – dice Crinò – c’è anche da considerare l’aspetto economico. Tuttavia bisognerebbe fare chiarezza quanto prima su queste ipotesi di congedo parentale. Già i genitori sono costretti in questo periodo a fare un doppio-triplo lavoro, ci mancherebbe doversi mettere a studiare pure la burocrazia per capire come ottenere i congedi… diventerebbe un quarto lavoro”.

Tra i “lavori” del genitore con figli a casa c’è anche quello di… insegnante. “ – prosegue Antonio Crinò – perché il distance learning è sicuramente buona cosa, ma diventa difficile da applicare con bambini molto piccoli, i genitori dunque devono inventarsi ‘maestri’ e seguirli nei compiti e nello studio passo dopo passo durante la giornata. Non è una cosa semplice”.

Coronavirus, genitori e figli: il piano educativo

Ma, tra gli aspetti da considerare, c’è anche quello educativo. “La comunicazione che viene fatta su questo problema sui media – conclude Crinò – è molto allarmistica e questo spaventa i bambini. Noi cerchiamo di spiegare che si tratta di una questione di prevenzione, per evitare sovraffollamento negli ospedali che devono curare persone già malate. Così cerchiamo di dare l’esempio seguendo le indicazioni sanitarie. Peccato che, poi, basti accendere la televisione su una partita di calcio per vedere che i personaggi più esposti quelle indicazioni non le osservano… L’esempio per un bambino è sempre importante e, purtroppo, questi esempi non sono positivi”.