Dalla Russia con amore: fiocco azzurro per due fratellini

Da un anno e mezzo non riuscivano più a vedersi perché vivevano in due istituti diversi a 150 kilometri di distanza. Quando Teresa e Michele sono andati a Vladimir finalmente A. e K. (non riveleremo il loro nome come hanno richiesto i genitori) si sono rivisti e in quel momento hanno iniziato la loro storia familiare, insieme a Teresa e Michele.Ce ne parla la neo-mamma:

Come è andato il momento dell’incontro?

E’ stato un momento unico, anche perché A. e K. non si vedevano da più di un anno e mezzo. Mio marito ed io avevamo già una certa confidenza con i bambini perché li avevamo incontri nei mesi precedenti – come previsto dall’iter di adozione russo – però non eravamo ancora riusciti a vederci tutti e quattro insieme, vista la distanza tra i due istituti in cui vivevano. Finalmente il 23 marzo ci siamo potuti incontrare per il terzo e ultimo incontro per iniziare la nostra storia familiare. Il più piccolo A. (6 anni) sembrava un pulcino che per la prima volta metteva la testa fuori dal guscio: era intimidito anche perché non era mai uscito dall’istituto. K. invece era completamente a suo agio.

Come avete trascorso il periodo di permanenza in Russia?

Siamo stati insieme poco più di quindici giorni (dal 23 marzo all’11 aprile) nel Paese, ma sono stati momenti importanti per gettare le basi della nostra vita insieme. Nei mesi precedenti alla partenza mio marito ed io avevamo imparato qualche rudimento di russo per riuscire a comunicare con i nostri bambini, ma la lingua non è stato un grosso ostacolo, ce ne siamo accorti fin dai primi giorni. Il più piccolo aveva “voglia di famiglia”, si metteva sempre sulle nostre gambe per farsi coccolare. Stare insieme tutti e quattro in quell’appartamentino è stato importante per creare la nostra quotidianità.

Ci racconta un episodio significativo?

Arrivati nella nostra casa a Bari è successo qualcosa che ci ha stupito: si muovevano come se la conoscessero da sempre, come se la sentissero fin dall’inizio il loro nido. Si sono sentiti subito liberi in un ambiente del tutto nuovo e che vedevano per la prima volta. Evidentemente per loro passare dagli ambienti limitati dell’istituto alla loro stanzetta era un desiderio talmente grande che hanno iniziato il giorno stesso dell’arrivo a giocare e mettere a posto tutte le loro cose.

Se volesse dare un messaggio alle coppie che sono in attesa di adottare un bambino cosa direbbe?

La coppia deve davvero essere preparata, non si può iniziare questo percorso senza essere consapevoli fino in fondo di cosa significhi accogliere un bambino abbandonato. L’importanza è valutare ogni opportunità di confronto, non solo con gli addetti del settore ma anche con le coppie che hanno già adottato. A Bari si è creato un gruppo locale di famiglie adottive che hanno dato l’incarico ad Ai.Bi. molto attivo: ogni occasione diventa l’opportunità per incontrarsi e discutere del significato dell’accoglienza familiare. Una spinta davvero molto utile per affrontare tutte le sfide dell’adozione.