Denatalità in Italia: il punto più basso dal 1861. Se i governi avessero creduto nella adozione internazionale

culle vuoteItalia a crescita zero: l’Istat fotografa un Paese sempre più vecchio e intanto Renzi “rottama” anche l’adozione internazionale. Il nostro BelPaese è un Paese dove sempre meno sono i neonati. A metterlo nero su bianco è il rapporto dell’Istat che segnala come nel 2014 sono stati iscritti in anagrafe per nascita 502.596 bambini, quasi 12mila in meno rispetto al 2013: il dato più basso registrato dal 1861, anno dell’Unità d’Italia. Un tasso di natalità, denuncia l’Istituto di ricerca, largamente “insufficiente a garantire il necessario ricambio generazionale”.

Questo perché le donne italiane in età riproduttiva sono sempre di meno e hanno una propensione ad avere figli sempre più bassa.

Il risultato conferma la fase di forte riduzione della natalità in atto da alcuni anni (-74mila nati sul 2008): la diminuzione delle nascite è dovuta soprattutto alle coppie di genitori entrambi italiani. I nati da questa tipologia di coppia scendono per la prima volta sotto quota 400mila: sono 398.540, quasi 82mila in meno negli ultimi sei anni.

Il vero dramma è anche un altro: quelle migliaia di culle vuote avrebbero potuto essere attutite da eventuali adozioni di bambini stranieri da parte di famiglie italiane. E qui la responsabilità di Renzi c’è tutta.  Alle dichiarazioni d’intenti della prima ora, ha fatto seguito il disinteresse da parte del governo. Un disinteresse testimoniato dal silenzio calato sulla riforma della legge sulle adozioni internazionali, dalla sua abdicazione al ruolo di presidente della Commissione Adozioni Internazionali a favore di un magistrato, dalla paralisi delle attività della commissione stessa. In 18 mesi il premier Renzi ha di fatto ‘rottamato’ 15 anni di lavoro, che avevano portato il settore delle adozioni internazionali ad essere il fiore all’occhiello del nostro Paese.

Infine il rapporto Istat sottolinea anche come otto bambini su cento, in Italia, nascano da mamma over 40. Circa l’8% dei nati ha una madre di almeno 40 anni, mentre la proporzione dei nati da madri di età inferiore a 25 anni è pari al 10,7% nel 2014. Ci sono praticamente due “Italie” per quanto riguarda la propensione alla maternità nel nostro Paese con conseguenze sulle nascite: al Centro Nord, prevale la tendenza al figlio unico, al Sud, si mettono invece al mondo due o più figli. Secondo il rapporto Istat sulla natalità, esiste, da un lato, un Centro-Nord da lungo tempo al di sotto del livello di sostituzione (circa 2 figli per donna).  Con buona pace dei governanti.

Fonte : Avvenire e Repubblica

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