La domenica delle stragi: Ucraina, Nigeria e Repubblica Democratica del Congo

A Dnipro, un missile russo ha colpito un palazzo di 9 piani provocando circa 40 morti. In Africa, un incendio e un’esplosione hanno ucciso oltre 10 persone. Uno scenario senza fine di stragi che colpiscono vittime innocenti di fronte alle quali si rimane annichiliti e impotenti

Bombe, agguati, incendi… Dall’Ucraina all’Africa, morte e dolore hanno colpito con eccezionale durezza nella giornata di domenica 15 gennaio.
In Ucraina, in particolare, dove da ormai quasi un anno le bombe sono terribili compagne di tutti i giorni, un missile russo ha colpito direttamente una palazzina di nove piani nella città di Dnipro. L’edificio è stato completamente distrutto: a oggi si contano circa 40 morti, con oltre 70 feriti e ancora diversi dispersi che le squadre di soccorso e i volontari stanno cercando sotto il cumulo di macerie. Tra le tante stragi che in questi mesi hanno segnato il conflitto, questo ennesimo episodio di devastante violenza ha colpito molto l’opinione pubblica, complici le immagini terribili del palazzo letteralmente sbriciolato e l’apparente mancanza di qualsiasi obiettivo militare. Dalla UE è arrivata subito la dura condanna, con il portavoce della Commissione che ha dichiarato che: “La Russia continua a mostrare il suo volto inumano e a utilizzare la strategia del terrore, questi sono crimini di guerra e debbono cessare subito”.

Nigeria e Repubblica Democratica del Congo: stragi senza fine

Ma, purtroppo, l’Ucraina non è stato l’unico scenario di morte nel weekend. Anche in Africa si sono verificati, in particolare, due episodi violenti. Il primo in Nigeria, dove un incendio, secondo le ricostruzioni provocato da un gruppo di banditi che cercava di entrare all’interno della chiesa cattolica di San Pietro e Paolo, a Kafin-Koro, nella regione di Paikoro (nella zona centrale del Paese), ha provocato la morte del parroco, padre Isaac Achi, e il ferimento di un suo collaboratore, padre Collins. Secondo le ricostruzioni i malviventi, non essendo riusciti a entrare nell’abitazione, all’arrivo delle forze dell’ordine hanno appiccato l’incendio, riuscendo così a fuggire, mentre il parroco, rimasto all’interno, è morto carbonizzato.
Più o meno nelle stesse ore, diversi chilometri più a sud-est del Continente, un’altra esplosione si è verificata nella Repubblica Democratica del Congo, dove da mesi la situazione è fuori controllo per gli scontri tra forze governative e gruppi di ribelli. Anche questa volta lo scenario della tragedia è una chiesa (pentacostale), situata non lontano dal confine con l’Uganda nella parte nord-orientale del Paese, proprio in quella provincia del Nord-Kivu in cui Ai.Bi. porta avanti i suoi progetti. L’esplosione, che le autorità locali hanno definito “atto terroristico” ha provocato almeno una decina di morti.
Ennesimo episodio di una domenica nera di morte e distruzione che ha segnato il mondo.

(Foto Twitter @DefenceU)