Elezioni Politiche 2022. L‘affido: un “silenzio assordante” nei programmi elettorali

L’affido familiare è completamente assente dai programmi elettorali di tutte le principali forze politiche. Le proposte di Ai.Bi. per rilanciare un istituto fondamentale per il diritto dei bambini a crescere circondati dall’amore e la protezioni di una famiglia

Se sul tema dell’adozione avevamo già segnalato il sostanziale silenzio dei partiti, con il solo programma della Lega a dedicare qualche riga all’argomento e quello di Fratelli d’Italia con una sola citazione per la parola nella frase che ribadisce il “divieto di adozioni omogenitoriali”, sull’affido il silenzio è ancora più assordante. Nessun programma elettorale delle principali forze politiche dedica anche solo una frase all’argomento, per una volta assente anche nell’omnicomprensivo compendio di oltre 200 pagine della Lega.

Rilanciare l’affido familiare

Per carità, come si dice in questi casi, ci saranno sicuramente priorità più stringenti e generalizzate, ma è altrettanto vero che l’affido è un istituto troppo spesso lasciato a se stesso e alle sole forze delle associazioni che lo promuovono e lo difendono, avendone sperimentato più e più volte l’importanza e avendo capito le potenzialità che una riforma, o anche solo un minimo di attenzione in più da parte delle politica, potrebbe garantire a questo strumento così importante per la vita e il futuro di migliaia di minori e di famiglie.
Visto il silenzio dei programmi politici, dunque, ancora una volta la voce dell’affido deve arrivare “dal basso”, ovvero da quelle realtà che da anni se ne occupano e che, da anni, reclamano più attenzioni, tanto da aver già presentato in parlamento un paper di “riflessioni e proposte” sul tema dell’affidamento dei minori. Questo, prima di tutto, ricordava come tanto la Convenzione ONU dell’89 sui Diritti del Fanciullo quanto la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea sottolineino il diritto di tutti i bambini a crescere in un ambiente “familiare, in un clima di felicità, di amore e di comprensione” e il diritto alla “protezione e alle cure necessarie per il loro benessere”.

I punti di Ai.Bi. per una riforma dell’affido familiare

La premessa contenuta in quel paper è ancora oggi il principio che ispira le richieste di Ai.Bi.:
“favorire la definizione di un sistema generativo in cui l’accoglienza familiare temporanea diventi uno strumento sempre più diffuso e agito, prima di tutto preventivo e a tutela del bambino e delle sue relazioni familiari, per il rientro nella famiglia di origine. Ove questo non sia possibile che l’affido sia uno strumento temporaneo per poter preservare il diritto delle bambine e dei bambini ad essere figli all’interno di una famiglia che adeguatamente preparata possa accoglierli e adottarli”.
Da qui le proposte che dettagliano più nel concreto quelle che potrebbero essere le azioni utili a rilanciare e valorizzare tutto il sistema dell’affidamento familiare in Italia:
– La creazione di un sistema di accreditamento regionale per tutte le realtà che si occupano di affido che faciliti convenzioni tra pubblico e privato abilitando quest’ultimo a svolgere funzioni oggi in carico ai soli servizi pubblici al fine di garantire al sistema adeguata professionalità e maggiori risorse.
– L’attivazione di servizi di prevenzione che comprendano anche l’affido part-time, per evitare che la presa in carico sia tardiva non potendo così prevedere il recupero delle famiglie d’origine e quindi il rientro in famiglia del minore. Affido come intervento preventivo e non di allontanamento definitivo.
– La garanzia di tempi certi per le verifiche periodiche dei progetti di affido presso i Tribunali dei Minori per evitare l’abbandono istituzionale
– Il riconoscimento della casa famiglia come forma di accoglienza specifica (presenza coppia genitoriale a tempo pieno) e differente dalle comunità educative, unitamente alla definizione della comunità di tipo familiare come struttura di accoglienza con almeno la presenza stabile di un adulto di riferimento
Da ultimo, punto tanto semplice quanto centrale in ogni riforma che davvero voglia cambiare qualcosa: immettere risorse nel sistema.