Elezioni Politiche 2022. Appello ai nuovi parlamentari. Le due periferie: chi vuole un figlio e chi vuole una mamma e un papà

In vista delle elezioni politiche del 25 settembre, AiBiNews lancia una nuova rubrica per riflettere sugli argomenti più sentiti dalla nostra comunità. A partire dall’adozione, verso la quale c’è bisogno di azioni concrete e immediate, per rispondere al grido di tutti i bambini abbandonati del mondo

Mancano 20 giorni alle elezioni politiche 2022. Ormai, per tutti, dai partiti agli elettori, è cominciato il rush finale e, tanto sui giornali quanto nei discorsi tra amici, famigliari e colleghi, questo argomento sarà inevitabilmente sempre più protagonista. Proprio per la quantità di voci, moltiplicate dai social, dai siti e dalle tantissime opportunità di comunicare che la tecnologia oggi mette a disposizione di tutti (ottima cosa per la pluralità dell’informazione, pessima per l’accuratezza di ciò che circola), orientarsi è sempre più difficile.

Una voce per i bambini abbandonati

È per questi motivi che anche AibiNews ha deciso di aprire, a partire da oggi, una nuova sezione dedicata alle elezioni politiche. L’obiettivo è quello di esplorare gli argomenti più “cari” e sensibili per la comunità dei nostri lettori e vedere come vengano affrontati nei vari programmi dei partiti e delle coalizioni che si presentano alla tornata elettorale. Certo, siamo consapevoli che tra quello che viene detto nei programmi e quello che realmente si riesce a fare una volta eletti c’è sempre una bella differenza, ma, al momento, è solo dai programmi che si può partire, e dalle dichiarazioni che i leader politici hanno fatto nel corso degli anni e in questa campagna elettorale: quale, tra i programmi, parla, o per lo meno accenna, all’adozione? Quale dedica più spazio alla famiglia e con quali proposte? C’è traccia dell’affido in qualche pagine scritta dai partiti per convincere gli elettori? Quanto è centrale la scuola nelle intenzioni dei partiti? Quali sono gli obiettivi da raggiungere e con quali risorse?
A queste analisi basate sui programmi si alterneranno alcune riflessioni più generali sui temi più sensibili, a partire, naturalmente, da quelli legati all’adozione, non perché si abbia la velleità di dettare l’agenda politica, ma semplicemente nella convinzione che non è sufficiente essere ministro o professore universitario per essere considerati esperti dell’Adozione internazionale.

Ascoltare chi da 40 anni si occupa e conosce l’adozione

“Noi lo siamo – afferma Marco Griffini, presidente e fondatore di Ai.Bi. Amici dei Bambini – facendo la spola avanti e indietro tra i vari Pesi del mondo da più di 40 anni, cercando di tenere allacciati i legami di queste ‘periferie’: i bambini abbandonati che desiderano dei genitori, da un lato, e le coppie che desiderano un figlio dall’altro. Ma ci sentiamo sempre più soli.
Finalmente, oggi, la CAI ha ripreso a funzionare, con un vicepresidente che si impegna sul campo, nonostante il silenzio istituzionale. A quanto ci risulta, a oggi, nei programmi elettorali presentati, solo Matteo Salvini ha fatto sentire la sua voce sull’argomento, e lo ringraziamo per questo, come ringrazieremo – e ne daremo riscontro sui nostri media – tutti coloro che ,da sinistra a destra, parleranno di adozione. Perché la “periferia” dei bambini abbandonati non ha colore politico e chiede giustamente a tutti di farsi carico del futuro. È un dovere di ciascuno: di ogni politico, di ogni partito… E noi che, in qualche misura, in questo silenzio assordante ci siamo assunti l’impegno di rappresentare i diritti di questi bambini abbandonati, sentiamo il dovere di chiedere a tutti di farsi carico dei milioni di minori che sono in questa condizione! Perché di tempo non ce n’è più.
Quindi ascoltateci: subito! Urge un pacchetto di riforme concrete: la gratuità dell’adozione internazionale; togliere ai Tribunali dei Minorenni la competenza dell’idoneità, che tanto male sta facendo all’adozione internazionale con la piaga dei decreti vincolati; una formazione congiunta enti autorizzati e servizi fin dalla presentazione della domanda; la digitalizzazione di tutto il procedimento in Italia (prefetture, comuni…); la riforma della CAI in un organismo più snello, efficiente, alle dipendenze del MAE e con una rappresentanza degli enti autorizzati; l’individuazione presso ogni ambasciata italiana di un funzionario dedicato all’adozione internazionale.
Sono proposte di buon senso che non sposano nessun partito politico; che non sono né di destra né di sinistra; ma che vogliono rispondere al grido dei bambini abbandonati di tutto il mondo. Un obiettivo politico nel senso più nobile del termine: ovvero di qualcosa che attiene a tutti, alla dimensione della vita comune dei cittadini: di una città, di una nazione, del mondo!