Elezioni europee. Forum Famiglie UE sottopone ai candidati un documento a prova di famiglia: anche l’adozione tenta la strada dell’Europa

Priorità al diritto alla vita, al lavoro come strumento di sostentamento familiare, al rispetto dell’istituto matrimoniale e, per la prima volta, sostegno alle famiglie adottive e affidatarie

Un Parlamento europeo all’insegna della famiglia. È questo l’auspicio della FAFCE – Federazione delle associazioni familiari cattoliche presenti nei Paesi dell’Unione europea (di cui fa parte anche il Forum delle Associazioni Familiari italiano) che, in vista delle elezioni per il rinnovo dell’emiciclo comunitario del prossimo 26 maggio, ha sottoposto ai candidati di tutti i partiti il protocollo “Vote for family.
Di cosa si tratta? Lo ha spiegato Vincenzo Bassi, vicepresidente proprio della FAFCE: “Proponiamo a tutti i candidati, provenienti da tutti i partiti politici, alimento per riflettere su politiche più rispondenti alla famiglia nel quadro delle competenze dell’Ue (…) il nostro continente sta invecchiando e abbiamo bisogno di rispondere alla sfida demografica con un patto europeo per la natalità”.

Il documento, in Italia, è stato firmato da candidati di gran parte degli schieramenti politici, a testimonianza di un tema che è sentito a prescindere dalla sensibilità ideologica.

Diversi sono i punti. Punti che impegnano fermamente i firmatari a interessarsi e farsi portavoce, in caso di elezione, di differenti tematiche. Tra queste ci sono: l’impegno per la stesura di un patto europeo per la natalità; la promozione del concetto di valutazione d’impatto familiare per ogni provvedimento; il riconoscimento del contributo delle associazioni familiari; politiche economiche pubbliche che riconoscano la dignità della famiglia e la promozione della “Carta europea della famiglia”; politiche nell’ambito del lavoro che considerino questo non semplicemente in termini economici, ma come strumento di sostentamento per le famiglie; politiche di equilibrio tra vita familiare e professionale; riconoscimento della complementarietà tra uomo e donna, rifiutando il tentativo di cancellare le differenze sessuali attraverso politiche pubbliche; la promozione dell’istituto matrimoniale; il rispetto della vita umana dal concepimento alla morte naturale, incluso il sostegno alle famiglie che decidono di intraprendere la strada dell’adozione e dell’affido; la promozione del diritto dei genitori a educare i propri figli.

Prima la famiglia, insomma. Che, dopo anni di atteggiamenti ideologicamente indirizzati, a livello comunitario, in senso esattamente contrario, più che uno slogan deve essere un auspicio.

“Fino ad ora – ha commentato il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffinil’adozione è stata tenuta fuori dai temi portanti dell’Europa, come se fosse una materia da lasciare esclusivamente alle competenze dei singoli paesi. Occorre invece un forte impegno comunitario per affrontare quella che è diventata la quarta emergenza umanitaria del XXI secolo, l’abbandono dei minori. Dobbiamo ricordare che, ogni anno, fra adozioni nazionali e internazionali vengono adottati solo 260mila minori. Quindi, poco meno di 12 bambini ogni 100mila persone. L’adozione resta un evento raro, mentre l’abbandono, purtroppo, non lo è”.