Emergenza aborti. Sberna/Gigli (Des-Cd) : “Sono 200 mila i bambini non nati in Italia in 2 anni. Urge un’alternativa all’interruzione volontaria di gravidanza: l’adozione del nascituro”. Le differenze con l’ ‘adozione in pancia’ degli USA

aborto“Sono circa 200 mila i bambini abortiti nell’arco di due anni. E’ come se la popolazione di un’intera città come Brescia non fosse mai venuta alla luce. Che altro aspettiamo per consentire alla vita di sorgere?“. Lo ha detto il deputato Mario Sberna (gruppo parlamentare ‘Democrazia Solidale-Centro Democratico’) presentando oggi, 08 febbraio, con il deputato Gian Luigi Gigli in conferenza stampa alla Camera la proposta di legge per consentire l’adozione del concepito, prevedendo l’obbligatorietà per medici e consultori di informare la gestante e il papà della possibilità di usufruire di questa alternativa.

Alle mamme che non desiderano il figlio concepito – ha spiegato Sberna – viene offerta la possibilità di compiere un gesto d’amore, donandolo a chi quel figlio vorrebbe averlo ma non può. L’adozione del concepito è un atto d’amore per gli altri, ma anche per sé stessi: l’aborto è una tragedia che ogni donna porta con sé per tutta la vita“.

Ovvero l’adozione come alternativa all’interruzione di gravidanza.I consultori hanno l’obbligo di informare la donna in stato di gravidanza – ha continuato – che esistono misure alternative all’Interruzione volontaria di gravidanza”.

Inoltre secondo l’Iss (Istituto superiore di sanità), il numero di aborti clandestini per le donne italiane va dai 12 ai 15mila casi. Mentre per quanto riguarda le donne straniere, la stima è tra i 3 e i 5mila aborti clandestini.

Numeri importanti nei confronti dei quali si deve trovare una soluzione – ha precisato Sberna -. Questa potrebbe essere l’ ‘adozione in pancia’: un modo per conciliare l’elevato numero di concepiti ‘indesiderati’ e il desiderio reale di coppie disponibili all’adozione”.

 Un’idea avanzata anche da Ai.Bi, Amici dei Bambini nel Manifesto per una nuova legge dell’Adozione internazionale “Oltre La crisi. Più famiglie & più adozioni” che al punto 6 “Le accoglienze innovative” riporta testualmente “Riconoscere i provvedimenti, pronunciati in Paesi che hanno ratificato la Convenzione de L’Aja del 1993, che prevedono, come misura di prevenzione dell’aborto, il mantenimento e l’adozione del nascituro durante la gestazione, sotto il controllo dell’autorità giudiziaria”.

Una forma di adozione, con alcune differenze, già in atto negli Stati Uniti: prevede il contatto tra la gestante in difficoltà e una coppia disponibile ad adottare il suo neonato. E funziona: in America è un metodo vincente per evitare l’abbandono ma, soprattutto, per la prevenzione dell’aborto. Una gestante che sia in gravi difficoltà, che abbia una gravidanza imprevista e scarse prospettive di crescere il suo bambino, ha la possibilità di conoscere due genitori adottivi che, per legge, possono assumersi tutto il carico delle spese del parto.

Un accordo da prendere durante la gravidanza, che lascia aperta alla madre ogni via: le permette di tornare sui propri passi e decidere, anche all’ultimo momento, di tenere il bambino con sé senza obbligo di restituzione delle spese. La madre biologica ha il diritto di scegliere per prima gli adottanti e di confermare la sua decisione davanti al giudice, ed è sempre e comunque il tribunale a pronunciare l’esito definitivo della procedura.

In Italia, secondo la proposta di legge di Sberna, il presupposto è che “il concepito è un essere umano, non un grumo di cellule“ e un’efficace azione di prevenzione all’aborto aiuterebbe tante “a riflettere sulla scelta di interrompere la gravidanza, anche in relazione al fatto che vi sono persone in attesa di un bimbo da adottare. Che desiderano essere madri ma non ne hanno avuta la possibilità. Quindi piuttosto che pensare ad abortire, chi aspetta un bimbo potrebbe considerare lo stato di adottabilità del nascituro“.

La legge, inoltre, semplificherebbe il processo di adozione.Chi partorisce ha una settimana di tempo per revocare il proprio consenso allo stato di adottabilità. Dal momento che acconsente, l’iter adottivo – all’esito delle verifiche – è molto veloce“, spiega Sberna.

Tre sono i capisaldi della proposta. La donna, in alternativa all’Ivg per le ipotesi previste dalla legge 194 del 1978 può ottenere lo stato di adottabilità del concepito, che è disposto, con rito abbreviato, con decreto del tribunale per i minorenni prima della nascita del concepito; la donna, fino al momento della nascita e nei sette giorni successivi, può sempre e liberamente revocare il proprio consenso allo stato di adottabilità del concepito; il tribunale per i minorenni, entro sette giorni, dalla nascita del concepito dichiarato adottabile, sceglie la coppia tra un apposito elenco di coppie la cui residenza è posta a una distanza non inferiore a 500 chilometri dal luogo di nascita del concepito e dispone l’affidamento preadottivo, ai fini della successiva adozione. La scelta del tribunale per i minorenni preclude ogni possibile forma di ‘commercio’ tra la madre naturale e la coppia.

Inoltre, le misure non comportano aumenti di spesa, non essendo prevista l’istituzione di nuovi organismi ma una semplice rimodulazione delle funzioni delle strutture socio-sanitarie già esistenti e degli uffici giudiziari competenti. L’aumento di spesa legato all’assistenza ospedaliera per il parto è, poi, compensato dal risparmio legato alla corrispondente diminuzione di accesso alle strutture sanitarie per l’intervento abortivo.