Emergenza in Repubblica Democratica del Congo. Prigione a cielo aperto: la vita sotto l’occupazione dell’M23

“Basta un minimo rumore, una porta che sbatte, e tutti si paralizzano per la paura e pensano alle bombe”. La drammatica  testimonianza di Alessandro Solagna, cooperante di Ai.Bi. Amici dei Bambini, sulla situazione degli orfanotrofi della città di Goma

“Siamo distanti da un ritorno alla normalità. In apparenza tutto è calmo, di fatto è una prigione a cielo aperto. Alle 5 del pomeriggio cala un silenzio irreale: tutti tornano nelle abitazioni e non si esce più. Non si sentono più i classici suoni africani: i clacson, le voci della gente, la musica “. Con queste parole, Alessandro Solagna, cooperante Ai.Bi. Amici dei Bambini, descrive la situazione a Goma, nella Repubblica Democratica del Congo, dopo l’avanzata dei ribelli dell’M23.

Le parole del Cooperante

Solagna, che vive con la sua famiglia a Goma e lavora per Ai.Bi. a favore dei bambini negli orfanotrofi FED e SODAS, sostenuti da progetti e donazioni, racconta di una città completamente trasformata: “Il governo è stato interamente sostituito dai ribelli che occupano la città – racconta – : i servizi statali sono paralizzati, le banche chiuse, l’aeroporto inattivo. La popolazione è allo stremo, senza denaro circolante e con difficoltà enormi nell’approvvigionamento di beni di prima necessità”.

Una popolazione in ginocchio

Una situazione che mette in ginocchio una popolazione provata da anni di crisi e che rende sempre più difficile svolgere il lavoro umanitario.
“Non c’è liquidità di denaro, perciò servizi come Mobile money o Western Union, appoggiati al sistema bancario, non sono disponibili. È un problema per gli approvvigionamenti, per la vita quotidiana, per pagare gli stipendi”. E chi non è riuscito a prelevare sufficiente denaro per vivere, si ritrova costretto ad andare oltre frontiera, nel vicino Ruanda, prelevare denaro e cambiare i franchi congolesi in dollari.
Anche i piccoli commercianti sono in grave crisi: “Al mercato si trovano i prodotti, perché prima le strade che arrivavano dalle campagne erano sotto controllo mentre adesso sono aperte; i prodotti arrivano in città ma non ci sono soldi per comprare”.

Vivere giorno per giorno

La presenza militare è costante e opprimente: “Camionette con militari se ne vedono ovunque, occorre andare avanti e, per così dire, ignorare il fatto che ci siano o semplicemente cambiare strada”, racconta Solagna. “Sabato vicino a casa mia, una postazione militare era vicino al supermercato, una dozzina di personaggi, ho cambiato strada”.
Molte ONG hanno ritirato il personale occidentale tuttavia alcune organizzazioni, specie quelle che erogano servizi sanitari, sono rimaste nel paese, come Amici dei Bambini. Solagna per prudenza limita i suoi movimenti, consapevole dei rischi: “Limito i miei spostamenti in questa zona della città, dove vivono altri occidentali e vi sono le sedi di ONG internazionali”.
“Si vive giorno per giorno”, afferma Solagna. Anche le visite agli istituti sono diventate rischiose, a causa dell’aumento della criminalità nelle aree intorno e della presenza dei militari che possono effettuare lunghi controlli, specie a cittadini occidentali. Gli incontri con i colleghi di lavoro sono ridotti al minimo, per non dare nell’occhio: “Incontro i colleghi uno alla volta, perché non sono visti bene i raggruppamenti di persone. Tengo un profilo basso, ho la macchina ma è modesta”.
La situazione rimane incerta e precaria, con pochi scenari positivi all’orizzonte: “Una crisi politica e umanitaria di questo tipo non mi era mai capitata, nei molti anni in cui vivo all’estero”, conclude Solagna.

Il lavoro per i bambini in difficoltà continua

Nonostante le difficoltà, Ai.Bi. continua a lavorare per i bambini degli istituti, garantendo cibo, cure sanitarie e supporto psicologico, svolgendo per quanto possibile tutte le attività che i progetti prevedono. “Per quanto si cerchi di garantire per loro una routine, tanto che hanno ripreso da poco ad andare a scuola, i bambini sono traumatizzati. Basta un minimo rumore, una porta che sbatte, e tutti si paralizzano per la paura e pensano alle bombe”.

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Il tuo aiuto per i bambini della Repubblica Democratica del Congo

Dopo anni di guerra e mesi di disordini sempre più intensi, negli ultimi giorni la situazione a Goma, capoluogo della provincia del Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo, è degenerata, provocando una crisi umanitaria.
I ribelli del gruppo M23 hanno dichiarato di aver preso il controllo della città, dove si trovano gli orfanotrofi FED e Sodas con i quali collabora Amici dei Bambini.
La situazione è allarmante e le evoluzioni sono costanti.
Ora più che mai, i bambini di Goma hanno bisogno di tutti noi.

E ricorda: come ogni donazione, anche le Adozioni a Distanza di Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali.