Emergenza Misna. L’appello del Comune di Palermo: cercasi famiglie per 500 minori stranieri non accompagnati. Previsto anche un contributo mensile da 258 euro

«Il minore ha diritto di crescere ed essere educato nell’ambito della propria famiglia». È il primo articolo della legge n°184 del 1983 che, con successive modifiche, per la prima volta disciplinò l’affidamento dei minori. Ed è la norma alla quale guarda il Comune di Palermo per trovare una casa e dei legami affettivi ai 500 minori stranieri non accompagnati, di cui circa il 90% è costituito da maschi, che vivono nelle comunità che li accolgono.

Anche quest’anno, come da oltre 20 anni, nel capoluogo siciliano viene privilegiata una forma di affidamento temporaneo che prevede un percorso di sostegno e di accompagnamento per le famiglie affidatarie, oltre l’erogazione di un contributo economico di 258 euro al mese.

Ieri, 07 settembre, alla sede del Servizio Affidi di Palermo, si è tenuto un incontro informativo rivolto a persone interessate a proporsi come famiglie di appoggio o famiglie affidatarie per minori stranieri non accompagnati, di età dai 13 ai 17 anni. Una 60ina i presenti che hanno appreso, dagli operatori comunali, la differenza tra famiglie di appoggio o affidatarie: nel primo caso i ragazzi continuano a vivere nelle comunità ma hanno la possibilità di poter uscire per conoscere la città e nuove persone che decidono di volta in volta di andarli a trovare; nel secondo caso invece i giovani vivono direttamente con le famiglie che decidono di accoglierli per un periodo massimo di 24 mesi. Ed è tanta la volontà di accoglienza in città: nell’ultimo anno sono state 229 le persone affidatarie di bambini e bambine le cui famiglie attraversano temporanee difficoltà tali da non garantire i necessari interventi nei confronti del figlio o della figlia.

I minori stranieri non accompagnati vengono da esperienze spesso estreme, da Paesi in guerra civile o comunque in forti condizioni di indigenza. Cresciuti troppo in fretta, sognano spesso di diventare campioni di calcio, specie gli africani. Arrivano dopo traversate lunghe messi in posti dove non conoscono neanche la lingua. E non hanno solo traumi da curare, ma anche la naturale voglia di divertirsi a quell’età. Mantengono forti contatti con le famiglie d’origine, quando ci sono. Per ulteriori informazioni, che non sono vincolanti, ci si può rivolgere al Servizio affidi chiamando lo 091-7408703 o 091-7408708.

Anche Amici dei Bambini da anni promuove un’accoglienza di tipo familiare per i minori stranieri non accompagnati. Una famiglia che li accolga può essere l’unico modo per farli sentire al sicuro. Con la campagna “Bambini in Alto Mare”, in collaborazione con prefetture, comuni, parrocchie e associazioni locali, Ai.Bi. garantisce una “giusta” accoglienza a minori non accompagnati, madri sole e famiglie di profughi con bambini piccoli.