Emergenza Ucraina. “Dove mangiano sei persone, mangerà anche la settima”

Prosegue la guerra in Ucraina e non si fermano le azioni portate avanti nell’ambito del progetto #BAMBINIxLAPACE. Come non si fermano le belle storie di accoglienza dei profughi ucraini in Moldova

Alexandra, un’abitante del villaggio di Bujor (distretto di Hincesti), madre di tre figli, lavora come commessa presso un piccolo negozio del villaggio. Dal 7 marzo condivide la sua casa e tutto quello che guadagna con 4 ucraini, profughi dalla guerra: due donne e due adolescenti. In totale, sono 7 persone, ma quando si siedono al tavolo, ci mettono sempre altri 2 piatti: uno per suo figlio maggiorie, che lavora all’estero, e l’altro per il marito di una delle signore ospitate nella sua casa, che è rimasto in Ucraina, a combattere.
“Lo facciamo per sentirli più vicini e per trasmettergli i nostri buoni pensieri. Loro lo sanno, perché qualche volta abbiamo cenato tutti insieme, ‘riuniti’ con l’aiuto delle videocamere che abbiamo messo davanti ai tavoli” – ci racconta Alexandra.

Bisogni materiali e di rapporti umani

La signora ammette che nonostante le famiglie ricevano aiuti da parte della municipalità e dalle varie organizzazioni che portano i pacchi con prodotti igienici e alimentari, vestiti e altri beni utili, come fa Ai.Bi. grazie agli interventi portati avanti nell’ambito del progetto #BAMBINIxLAPACE, le necessità sono sempre tante, da tutti i punti di vista.
“Prima di tutto – prosegue Alexandra – queste persone hanno bisogno di socializzazione e di appoggio morale: le notizie che arrivano da Internet e dalla televisione sono molto pesanti già per noi, che non siamo ucraini, ma per loro risultano addirittura stressanti e difficili da sopportare, tanto che c’è chi deve fare ricorso agli antidepressivi, come ha fatto per diverso tempo una delle signore che ospito in casa mia”.

Accoglienza e generosità sono contagiose

Un’altra donna ucraina, che abita a poche case di distanza, era disposta a lavorare sia di giorno sia di notte solo per tenere il pensiero lontano da ciò che poteva accadere da un momento all’altro nella sua città (Mykolaiv), dove sono rimasti amici e parenti.
Alexandra conosce bene queste storie non solo perché lavora in uno dei pochi negozi del villaggio e tante volte le donne sfollate si fermano a parlare con lei, anche ben oltre il tempo che sarebbe necessario per fare pochi acquisti, ma anche perché ha conosciuto da vicino la guerra attraverso i racconti di sua mamma, rimasta vedova da giovane.
Alexandra è disposta a ospitare la famiglia ucraina che ha accolto “fino a quando vorranno fermarsi”, nella convinzione che “Laddove mangiano sei persone, potrà mangiare anche la settima”. Questa convinzione è servita anche da esempio per i suoi vicini che, islirati dal suo altruismo, hanno aperto le porte delle loro case all’accoglienza di altri sfollati ucraini.

Sostieni anche tu la campagna di Ai.Bi. BAMBINIXLAPACE

Come gli abitanti del villaggio di Bujor, anche ciascuno di noi, pur se da lontano, può contribuire all’accoglienza e al sostentamento dei profughi ucraini, contribuendo al progetto di Ai.Bi. #BAMBINIxLAPACE tramite una donazione libera, oppure attivando un’Adozione a Distanza per i minori dell’Ucraina a partire da soli 0.83 centesimi al giorno. EMERGENZA UCRAINA