Fabrizio Gatti, un giornalista in affannosa e continua ricerca di “talpe” interne ad Ai.Bi. : peccato trovi sempre quelle sbagliate

bufale

“Se tanto mi dà tanto…” viene subito da pensare leggendo le prime righe del box “E l’ex sondaggista cambia versionescritto da Fabrizio Gatti all’interno del servizio “Tutte le bugie dei ladri di bambini” pubblicato da L’Espresso venerdì 15 luglio.

Già…perché fin dalle prime parole del riquadro si capisce che Gatti non fa affidamento su fonti di primo livello e attendibili nel momento in cui sbaglia nel riportare anche le più “innocenti” informazioni. Gatti dice, infatti, che Marco Griffini, presidente di Ai.Bi. è un ex sondaggista di mercato.

Bene. Griffini non ha mai fatto il sondaggista di mercato! Altre professioni sicuramente sì in 50 anni di carriera ma mai il sondaggista di mercato. Cosa, allora, non è chiaro a Gatti nel curriculum di Griffini? Cosa ha potuto equivocare? Evidentemente le fonti a cui si è affidato Gatti non sono molto informate o gli hanno tirato un tranello.

Eppure da un giornalista navigato come Gatti non ci si aspetta proprio di questi scivoloni: anzi l’opposto! Che tutto quello che scrive nei suoi articoli e inchieste sia “oro colato” in nome di quella correttezza, trasparenza e professionalità di cui si fa paladino.

Si potrà ribattere che, in fondo, queste sono inezie rispetto alle accuse alias “scoperte” che Gatti snocciola nel suo articolo. Beh…però se tanto mi dà tanto…evidentemente non sono così di primo livello le fonti a cui ha attinto il buon Gatti e che difende a spada tratta.

E dire che nei più elementari corsi di giornalismo e con la buona e sana gavetta sul campo, la prima cosa che impari è: verificare le fonti. Perché si sa, tanti possono essere i motivi e gli interessi che possono spingere una fonte a “confidarti” alcune cose e non altre, fino ad inventarne di sana pianta altre ancora.

Eppure, nel caso del sondaggista di mercato (rispettabilissimo lavoro ma non corrispondente al vero) bastava una semplice ricerchina in internet. Griffini non sarà certo un vip da rivista patinata ma non è tanto difficile trovare delle informazioni su di lui. E proprio quello dell’ex sondaggista non spunta da nessuna parte. Ma come dicono i francesi ça va sans dire…

Una cosa è certa: è un errore che denuncia una scarsa attenzione e approssimazione nel raccogliere le informazioni soprattutto quando si affrontano temi delicati come i bambini, le famiglie e le adozioni internazionali. Temi che richiedono la massima attenzione e verifica delle informazioni.

Altra imprecisione, sempre riportata nel box, relativa alla “redazione (alle dipendenze di Griffini) di ventinove (!!!!) persone tra giornalisti e collaboratori” che avrebbe redatto e rivolto le dieci domande alla CAI (Commissione adozioni internazionali).

In realtà la redazione di Aibinews non ha mai contato più di 3 o 4 persone. Anche perché l’Associazione non potrebbe certo permettersi gli stipendi di 29 giornalisti!

Ma fa piacere sapere di valere per 29!!! Vuol dire che la comunicazione prodotta da 3 persone funziona…come quella addirittura di 30 persone! Grazie…lo prendiamo come un complimento.

Anzi proprio a questo proposito: Gatti La invitiamo. Lasci per un giorno il tavolo del bar della Piramide e venga a respirare un po’ di sana aria di campagna dove si trova la sede di Ai.Bi. Metteremo a Sua disposizione il nostro archivio: noi non abbiamo proprio nulla da nascondere.

 Del resto come lo abbiamo messo a disposizione della CAI, perché non dovremmo con Lei? Anzi potremo iniziare insieme una vera inchiesta su cosa sia stata l’adozione internazionale negli ultimi 2 anni per la famiglie, i minori e il funzionamento della CAI.

Questa è la vera “urgenza”.