Fame di Mamma. Dall’Egitto a Casa Pinocchio: nuvole di cotone (1) 

Mostafa è un ragazzo egiziano che ha lasciato il suo paese natale per cercare un futuro migliore in Europa. Questa è la prima puntata della sua avventura, che inizia tra i fiori di cotone e le preghiere dei muezzin

Questa storia comincia in un paese lontano, ma non troppo.
Diverso dal nostro, ma non troppo.
È la storia di un viaggio con biglietto di sola andata. Almeno per adesso.

Una terra esotica e dai profumi intensi

Immaginate un villaggio in Egitto, assolato e non lontano dal Nilo.
Una terra esotica e dai profumi intensi, l’Egitto, dove i datteri sono grandi e dolci, dove i mercati mostrano ancora bancarelle di mille colori e le ore e le preghiere del giorno sono scandite dai canti dei muezzin dagli altoparlanti delle moschee.
Un paese che si ricorda per immagini da cartolina e forse un po’ stereotipate, che si conosce per le enormi piramidi, i faraoni e  le mummie. Ovviamente in Egitto c’è molto altro ma insomma: ci siamo capiti.

Essere bambini in Egitto

Laggiù, in un paese della provincia di Asyut, nella parte sud orientale dell’Egitto, c’è un bambino. Si chiama Mostafa.
Mostafa vive con i suoi genitori e i suoi otto fratelli. La mamma lavora a casa insieme alle sorelle, il papà ha un impiego statale ma possiede anche un campo. C’è sempre lavoro da fare per tenere vivo il campo, renderlo fertile e utile per arrotondare i guadagni: in famiglie numerose come quelle di Mustafa c’è sempre bisogno di qualcosa.
Mostafa vive come un qualsiasi suo coetaneo nel mondo: va a scuola, gioca con gli amici, dà una mano in casa.
Beh non proprio, a pensarci bene.
Essere bambino in Egitto significa anche lavorare molto presto, molto prima della maggiore età, molto, molto prima di aver completato tutto il ciclo di studi fino all’università.

L’inizio del viaggio

Non tutti possono andare all’università.
Anche per Mostafa non è possibile.
La scuola è un dovere e un piacere per i bambini, ma solo per alcuni anni, fintanto che è possibile. Poi, si va tutti a lavorare.
Le famiglie sono numerose e tutti devono contribuire al sostentamento familiare.
“In Egitto si è davvero bambini fino ai 6 anni – dice Mostafa – A quest’età si inizia a lavorare vicino casa, mentre dopo i 10 anni si è considerati abbastanza grandi da poter andare a lavorare, anche fuori città”.
La storia di questo viaggio inizia in un campo di cotone, nei campi coltivati a semina, nelle terre su cui pascolano gli animali.
A proposito: avete mai visto un campo di cotone? Sono bellissimi, i fiori di cotone sono come piccole nuvole adagiate sugli steli  e spesso i bambini vi lavorano perché con le mani piccole riescono a raccogliere e non rovinare quelle piccole nuvole.
“Avevamo anche un campo di cotone del quale ci occupavamo io e Omar, il mio fratello gemello – ricorda Mostafa – Era bellissimo da vedere, sembrava un campo di soffice neve sotto il sole incandescente d’Egitto”.
Mostafa ricorda e racconta con trasporto e emozione.
Ora che dopo un lungo e difficile viaggio è  qui in Italia, è diventato grande, vede ogni giorno la conferma delle differenze. La sua vita non è stata uguale a quella di molti coetanei in Europa, ad esempio.
Mentre i bambini a 6 anni pensano solo alle matite colorate, lui e i suoi fratelli pensavano a essere utili alla famiglia, lavorando. Anche se circondati da bellissimi campi pieni di nuvole bianche.
“Ho iniziato a lavorare prima dei 6 anni, ero talmente piccolo che non conoscevo nemmeno la strada che portava ai campi nei quali si trovava mio padre – racconta Mostafa. – Ho imparato velocemente comunque: ero un tuttofare, ero molto bravo! Mi occupavo di lavorare la terra, seminare, preparare i mangimi per gli animali, coltivare alberi da frutto e verdure. Tra le mie responsabilità c’era anche la cura degli animali”.

(1 Continua…) 

Un’Adozione a Distanza in Italia

Sostieni anche tu le attività che Ai.Bi. porta avanti in Italia, a sostegno delle strutture che ospitano: i minori in comunità familiari, i bambini con le loro madri nelle comunità mamma- bambino e negli alloggi per l’autonomia e gli adolescenti in necessità. Puoi farlo con un contributo di 10 euro al mese, aderendo al progetto di Adozione a Distanza “Fame di Mamma”. Scopri come fare QUI.
E ricorda: le Adozioni a Distanza di Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali