Fame di Mamma. In fuga dal marito e padre violento: il calvario di Lucia, Asia e Luigi

Chiedere aiuto è stato il primo passo per guarire e proteggere ciò che conta di più. Leggi la storia di Lucia e dei suoi figli che, grazie al coraggio e all’accoglienza, hanno trovato la forza di ricostruire il loro futuro

Lucia è arrivata nelle strutture di accoglienza di Ai.Bi. in una fredda notte di novembre, accompagnata dai suoi due bambini, Asia e Luigi, dopo un lungo e difficile viaggio. Nonostante la loro residenza decennale in Lombardia, il tragitto era stato complicato da un incidente che aveva bloccato per ore l’unica strada per raggiungerci.

I pensieri di Lucia

Mentre attendeva, Lucia si trovava sommersa da pensieri contrastanti:

“Sarà un cattivo segno? Forse non avrei dovuto accettare di andare in un posto sconosciuto, una comunità che magari sarà come un carcere… Dovevo solo chiedere a lui di andarsene. Noi non abbiamo colpe… Ma forse questa è l’unica scelta giusta per Asia e Luigi. Oppure restare a casa avrebbe evitato loro tutto questo calvario?”

Quell’attesa ci permise, però, di preparare al meglio la loro accoglienza: una stanza calda e accogliente, con coperte morbide e peluche pronti ad abbracciare i piccoli nella loro prima notte.

Un marito violento

Lucia era profondamente ferita, non solo nell’animo ma anche nel corpo, segnato da episodi di violenza. Il marito, che la tradiva da mesi, aveva cominciato a insultarla quotidianamente. Nulla sembrava soddisfarlo: il suo silenzio lo irritava, la sua presenza lo provocava. Quando Lucia gli propose di andarsene, lui si convinse che lei gli fosse infedele. Quel sospetto lo spinse a diventare ancora più aggressivo: cominciò a picchiarla e a limitarne la libertà, impedendole persino di uscire di casa. I bambini avevano smesso di frequentare regolarmente la scuola, si nutrivano poco e male per paura delle reazioni del padre, e Lucia viveva con un’ansia paralizzante che le impediva di dormire.

Un posto dove non avrebbero più sentito urlare il papà

Una mattina di novembre, approfittando di un raro permesso per accompagnare i figli a scuola, decise di cambiare percorso. Disse ai bambini di fidarsi: li avrebbe portati in un posto dove non avrebbero più sentito urlare il papà. Raggiunse la caserma più vicina e, grazie alla sensibilità di un maresciallo e di una giovane tenente, trovò il coraggio di raccontare l’incubo che stava vivendo da quasi un anno.

Una famiglia da proteggere

Le autorità non ebbero dubbi: quella famiglia andava protetta subito. Con un provvedimento urgente e il supporto del sindaco, Lucia e i suoi figli giunsero nella nostra comunità. Asia e Luigi erano spaventati e provati, e anche Lucia aveva bisogno di un’accoglienza calda e rassicurante. Preparaiamo una torta e del latte caldo per loro: i bambini si entusiasmarono, e vedere i piccoli mangiare con gusto riuscì a rilassare anche Lucia. Dopo un bagno caldo, si prepararono per la loro prima notte nella comunità.
Il giorno seguente erano ancora spaesati, ma con il tempo e tanta pazienza, iniziarono a fidarsi e a collaborare con le educatrici per ricostruire la loro vita. Asia e Luigi tornarono a scuola, dove in due anni hanno ritrovato amici e serenità. Lucia, seguita da medici e psicologi, intraprese un percorso di cura che le permise di scalare gradualmente i farmaci, liberandosi dall’ansia. La famiglia imparò a raccontare e condividere il dolore vissuto, a guarire le ferite e a riaprire il cuore alla vita.
Abbiamo vissuto insieme tanti momenti che hanno contribuito alla loro rinascita: cucinare torte, cantare in macchina, fare tuffi al mare d’estate, giocare a palle di neve in montagna d’inverno. Soprattutto, abbiamo imparato che chiedere aiuto è l’unico modo per non restare soli con il dolore.
Lucia oggi è una donna rinata, sicura di aver fatto la scelta giusta quel giorno di novembre. I suoi bambini sono felici e vivaci: Asia frequenta la prima media e Luigi il secondo anno di asilo. Lucia ha completato un corso professionalizzante e lavora come Operatore Socio Assistenziale.

Tornare a casa

La notizia più bella è arrivata un mese fa: la famiglia tornerà a vivere nel loro territorio, in una casetta tutta per loro. Lucia, pur con qualche legittima paura, si sta preparando al trasferimento, supportata da noi nell’organizzazione. Tra tre settimane ci saluteranno, ma prima festeggeremo con una bella cena e la torta che all’arrivo aveva riscaldato i loro cuori.
L’amore e la forza di Lucia sono stati il primo passo per guarire e proteggere: chiedere aiuto può cambiare la vita.

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