Fame di Mamma. Riscoprirsi, ricostruirsi ed emergere: il percorso di crescita e integrazione del giovane Karim

Troppo grande per giocare con gli altri bambini e troppo piccolo per sentirsi parte degli adulti. Non sapeva parlare l’italiano e faticava a entrare in relazione con l’equipe. Ma grazie al progetto Fame di Mamma e all’ambiente stimolante, Karim ha trovato la sua voce e la sua passione

Karim è arrivato in comunità insieme alla madre quando aveva 14 anni. Al momento dell’accoglienza era un ragazzo molto timido, esile e silenzioso. Era il più grande tra i minori della struttura. Per questo faticava a integrarsi.

Troppo grande e troppo piccolo

Era troppo grande per poter giocare con gli altri bambini e troppo piccolo per sentirsi parte del gruppo degli adulti. Non sapeva parlare l’italiano e faticava a entrare in relazione con l’equipe educativa. È stato inizialmente iscritto a un corso di italiano, in seguito al quale sono emersi subito i primi risultati.

Il percorso di integrazione

Possedere la conoscenza di una lingua come strumento per poter comunicare sia con gli educatori sia con le altre persone della comunità, ha fatto sì che Karim si aprisse un po’ di più e si sentisse più a suo agio nel contesto comunitario. Inoltre, partecipare al corso gli ha permesso di conoscere altri ragazzi della sua età, con la sua stessa difficoltà di parlata o pronuncia, facendolo sentire integrato in un gruppo di pari.

Voglia di crescere e conoscere

Questa prima forma di arricchimento culturale e relazionale ha fatto crescere in lui la voglia di conoscere e imparare.
Si è mostrato fin da subito attivo e partecipe durante i turni cucina delle mamme, curioso verso i cibi di culture differenti dalla propria e volenteroso nel desiderio far conoscere i propri agli altri.
È riuscito a lasciare andare una parte di se stesso, della sua cultura, della sua storia e, nello stesso tempo, ha voluto appreso esperienze e culture di altri, in un contesto di scambio positivo.

Il corso di cucina e la trasformazione di Karim

Quando gli è stato proposto di partecipare a un corso di formazione professionale di cucina, inizialmente ha mostrato un po’ di timore: aveva paura di affrontare un contesto sociale nuovo, lontano dalla “sicurezza” comunitaria che era riuscito a guadagnare con tanta fatica. Entrare in relazione con ragazzi della sua età, con un vissuto totalmente diverso dal suo, gli creava un senso di disagio e inadeguatezza derivato unicamente dalla sua “povertà” educativa, relazione e familiare.
Supportato da tutta l’equipe educativa e incoraggiato anche da sua mamma, Karim ha preso coraggio. Ha mostrato fin da subito un gran impegno e passione, che l’hanno aiutato nel far fronte a tutte le difficoltà e a integrarsi in maniera positiva con il contesto dei pari. Questo ha fatto sì che la sua personalità acquisisse maggior sicurezza.
Nella comunità, è stato proposto ai nuclei e agli operatori un corso sull’ortoterapia. Karim si è mostrato interessato, per ampliare la sua formazione in ambito alimentare-culinario. Oltre alla sfera teorica di questa attività, il ragazzo ha trovato giovamento sul piano emotivo grazie allo sforzo fisico che questa attività comportava.
Karim si è reso disponibile a svolgere sempre più mansioni (come zappare, trasportare grossi vasi, bancali..). Dichiarava di provare una sensazione di benessere mentale e di rilassamento psicofisico al termine di queste attività.

Riscoprirsi, ricostruirsi ed emergere

La storia di Karim dimostra che un ambiente sicuro, stimolante e motivante, come quello comunitario, può essere la base di partenza per riscoprirsi, ricostruirsi e far emergere appieno le proprie capacità e competenze.

Un’Adozione a Distanza in Italia

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