Fame di Mamma. Vita da ragazzino immigrato. “Della mia famiglia non so più niente da più di un anno!”

La storia di Abdel. Il cammino dall’Etiopia al Sudan, il carcere in Libia, l’attraversata del mediterraneo, di città in città in Italia, ma dei suoi genitori che hanno venduto terreni e casa per pagargli il viaggio, ha perso ogni contatto

Abdel proviene da una piccola cittadina del nord della Somalia; ha sempre vissuto insieme ai suoi genitori e ai tanti fratelli, nove in totale, di cui tre femmine e sei maschi. La famiglia non era sicuramente ricca e viveva per lo più di agricoltura da quando il padre, commerciante, ha dovuto abbandonare il lavoro in seguito alle condizioni critiche di salute dovute alla poliomelite.
Abdel è il sesto dei fratelli e all’età di quattordici anni ha dovuto rinunciare agli studi poiché i genitori non riuscivano a pagare la retta a tutti.

Verso l’Europa

Nel 2021 Abdel ha deciso, all’insaputa dei genitori, di intraprendere un viaggio verso l’Europa. Si è unito ad una spedizione attraversando l’Etiopia fino al Sudan e poi in Libia.
Purtroppo, qui è stato bloccato e portato in carcere dove è rimasto per 5 lunghi mesi, finché non è riuscito a contattare la famiglia che, venduti i campi e la casa, gli ha inviato i soldi necessari alla cauzione.
Dirigendosi, verso Tripoli è stato preso nuovamente e rinchiuso.
Abdel racconta di condizioni igieniche e alimentari scarsissime, oltre al brutale trattamento.
In questa situazione, ha dovuto assistere anche alla morte di un uomo durante una ribellione, in seguito alla quale è però riuscito a fuggire e arrivare in città.

La traversata mediterranea

Dopo essersi trovato in altre situazioni di sfruttamenti, è riuscito a pagare la traversata mediterranea fino alla Sicilia, a Palermo.
Da qui su un camion raggiunge prima Venezia e poi Verona, dove è  rimasto per qualche tempo, ospite di una famiglia di connazionali con figli suoi coetanei.
Dei giorni a Verona ricorda con gioia la squadra di calcio formata con gli amici e la sua grande passione per questo sport. La famiglia però non lo poteva ospitare oltre come clandestino, perciò Abdel, da Verona si è spostato a Bolzano dove ha saputo che poteva ricevere aiuto.

L’intervento di Ai.Bi.

È  allora che interviene in suo aiuto, il trasferimento alla comunità di Ai.Bi, Casa Padre Mario.
Purtroppo, le esperienze subite durante il lungo e difficile viaggio, ma soprattutto le condizioni di vita durante la detenzione in Libia, hanno lasciato in Abdel un forte disagio psicologico.
La notte fatica a prendere sonno e spesso non sa come calmare i momenti di angoscia e di panico che insorgono in lui.
Questo si aggiunge all’impossibilità di ricevere notizie dalla sua famiglia, fuggita in Sudan a causa della guerra civile in Somalia, di cui non sa più nulla da almeno un anno.
Tuttavia Abdel è un ragazzo molto tenace e non si scoraggia.
Grazie all’aiuto e al supporto degli educatori di “Casa Padre Mario” sta tornando a progettare il proprio futuro.
Vorrebbe lavorare nell’ambito dell’abbigliamento. Infatti, la famiglia aveva un’attività commerciale nel mercato cittadino in Somalia in cui ha lui ha lavorato molte volte.
Vuole imparare l’italiano per poter diventare il commesso in un negozio di abbigliamento qui in Italia e ritornare a giocare a calcio.
Stai vicino ad Abdel e a tanti ragazzi stranieri non accompagnati come lui , partecipando al progetto…

Un’Adozione a Distanza in Italia

Sostieni anche tu le attività promosse da  Ai.Bi. in Italia a sostegno dei minori nella case-famiglia, i bambini con le loro madri nelle comunità mamma-bambino e negli alloggi per l’autonomia e gli adolescenti in necessità nelle comunità educative. Puoi farlo con un contributo di 10 euro al mese, aderendo al progetto di Adozione a Distanza “Fame di Mamma”.

E ricorda: le Adozioni a Distanza di Ai.Bi. godono delle seguenti agevolazioni fiscali.