La famiglia. Il cuore del programma politico di Giorgia Meloni

Nel primo discorso della Presidente del Consiglio alla Camera per chiedere (e ottenere) la fiducia, Giorgia Meloni ha toccato molti degli argomenti che più stanno a cuore ad Ai.Bi. Ecco quali sono stati i passaggi più significativi su famiglia, affido e adozione, povertà, terzo settore

Martedì 25 ottobre è stato il giorno in cui la nuova Presidente del Consiglio ha tenuto il suo primo discorso alla Camera dei deputati dopo il quale il primo Governo della storia d’Italia guidato da una donna, e una mamma, ha ottenuto la fiducia.
È stato un discorso molto lungo (circa 70 minuti), nel quale Giorgia Meloni non ha scelto di concentrarsi su alcuni punti, cosa che avrebbe potuto dare più incisività alle questioni ritenute più rilevanti, ma ha preferito esporre una sorta di manifesto programmatico nel quale non tralasciare alcun argomento sensibile. Scelta altrettanto legittima e consapevole, che se da un lato risulta forse un po’ più debole dal punto di vista della pura comunicazione, dall’altro è sicuramente più inclusiva e attenua i rischi di innescare da subito facili polemiche.
L’ampiezza del discorso ha permesso, inoltre, di toccare davvero quasi tutti gli argomenti più sensibili, dando indicazioni importanti su quelle che sono le intenzioni del governo (per lo meno a parole, all’inizio della legislatura) su alcune delle questioni che ad Ai.Bi. stanno più a cuore e che ha più volte sottolineato anche durante la campagna elettorale.

La famiglia al centro del programma politico per uscire dalla glaciazione demografica

Innanzitutto, Meloni ha dedicato un ampio e sentito passaggio alla famiglia, partendo dal sottolineare il suo fondamentale ruolo formativo. La famiglia – ha detto la Presidente del Consiglio – è “il nucleo primario delle nostre società, culla degli affetti e luogo nel quale si forma l’identità di ognuno di noi. Intendiamo sostenerla e tutelarla; e con questa sostenere la natalità, che nel 2021 ha registrato il tasso di nascite più basso dall’Unità d’Italia ad oggi”. La promessa, accennata subito dopo, è quella di un “piano imponente, economico ma anche culturale, per riscoprire la bellezza della genitorialità e rimettere la famiglia al centro della società” per uscire così dalla “glaciazione demografica”.
Dal punto di vista degli interventi concreti, Meloni ha indicato l’intenzione di “aumentare gli importi dell’assegno unico e universale e di aiutare le giovani coppie a ottenere un mutuo per la prima casa, lavorando progressivamente per l’introduzione del quoziente famigliare”. Inoltre, ha sottolineato la volontà di “incentivare l’occupazione femminile”, premiando chi favorisce la conciliazione casa-lavoro e “sostenendo i Comuni per garantire asili nido gratuiti e aperti fino all’orario di chiusura di negozi e uffici”.

Povertà e reddito di cittadinanza

Prima di arrivare alla famiglia, Giorgia Meloni aveva dedicato un pensiero alle persone più in difficoltà come pensionati, invalidi e chi è privo di reddito e ha figli minori di cui farsi carico. Significativo che per introdurre la questione la premier sia partita da una frase di Papa Francesco (a cui ha rivolto un “affettuoso saluto”): “La povertà non si combatte con l’assistenzialismo, la porta della dignità di un uomo è il lavoro”. Nel sottolineare che lo Stato non si sottrarrà dal fornire il doveroso sostegno alle persone più in difficoltà, Meloni ha ribadito la propria posizione contro il reddito di cittadinanza, che “ha rappresentato una sconfitta per chi era in grado di fare la sua parte per l’Italia, oltre che per se stesso e per la sua famiglia”.

Affido, adozione e il finale del discorso dedicato a Giovanni Paolo II

Un breve accenno è stato riservato, durante il discorso, anche ai temi dell’affido e dell’adozione: poche parole, è vero, ma significative anche solo per il fatto di aver menzionato questioni che non sempre trovano spazio nel dibattito politico e pubblico. Questo il passaggio del discorso: “Abbiamo assunto l’impegno di limitare l’eccesso di discrezionalità nella giustizia minorile, con procedure di affidamento e di adozione garantite e oggettive, perché non ci siano mai più casi Bibbiano, e intendiamo portarlo a termine”.
Non è mancato (e anche in questo caso è un significativo segnale di attenzione) una citazione per il Terzo Settore, citato durante il passaggio che ha ricordato le difficoltà dovute al Covid e come sia stato possibile uscire dal momento di emergenza grazie soprattutto alla professionalità e l’abnegazione del personale sanitario, oltre che alla “straordinaria realtà del nostro Terzo Settore, rappresentante virtuoso di quei corpi intermedi che consideriamo vitali per la nostra società”.
Da sottolineare, infine, in questo breve riassunto del discorso di Giorgia Meloni alla Camera, il finale che ha ricordato come nel giorno del giuramento del nuovo Governo ricorresse “la memoria liturgica di Giovanni Paolo II. Un Pontefice, uno statista, un santo, che ho avuto il privilegio di conoscere personalmente. Mi ha insegnato una cosa fondamentale, della quale ho sempre fatto tesoro. “La libertà” diceva “non consiste nel fare ciò che ci piace, ma nell’avere il diritto di fare ciò che si deve”. Io sono sempre stata una persona libera, per questo intendo fare ciò che devo”.

Soddisfazione di Ai.Bi. per l’impegno espresso nei confronti di famiglia e natalità

Soddisfatta la reazione al discorso di Giorgia Meloni da parte del Presidente di Ai.Bi. Marco Griffini: “È stato un discorso importante, che ha chiaramente indicato come la famiglia sia al centro del programma politico del nuovo governo, soprattutto nell’ottica di affrontare con decisione il drammatico problema della ‘glaciazione demografica’ verso il quale il movimento delle famiglie adottive di Ai.Bi. vorrebbe efficacemente contribuire, come già più volte sottolineato, con il rilancio dell’adozione internazionale”.

(immagine in apertura: governo.it)