Sicilia. Da 3 anni con la famiglia preadottiva, per il Tribunale deve tornare dalla madre naturale

La Cassazione ha ordinato la “restituzione” alla madre naturale di un neonato abbandonato 3 anni fa e da allora accolto in preadozione in una nuova famiglia. Ancora una volta la “legge del sangue” prevale sul bene del minore

La storia, purtroppo, non è per nulla nuova, sia perché risale a tre anni fa, sia perché, in questi tre anni, si è ripetuta in altri luoghi e con altri bambini diverse volte.
I fatti da cui tutto parte sono accaduti tre anni fa, precisamente a partire dal 4 novembre 2020, giorno in cui a Modica, paese siciliano in provincia di Ragusa, viene ritrovato un neonato abbandonato di fronte a un esercizio commerciale. Gli accertamenti ricostruiranno, poi, che in realtà l’abbandono fu inscenato dal padre naturale del bambino, chiamato dalla madre del piccolo, con la quale già aveva un altro figlio, dopo il parto avvenuto in casa.
Dopo il “ritrovamento” il neonato fu portato in emergenza in ospedale, ma si riprese velocemente e, 20 giorni più tardi, venne dato in affidamento preadottiva a una famiglia siciliana al di fuori del territorio provinciale.

Il papà condannato per abbandono di minore

In seguito a questa vicenda, il papà del bambino è stato condannato a due anni di reclusione per abbandono di minore. La mamma ha un procedimento in corso con un’accusa analoga, con una prossima udienza in programma a febbraio 2024. Nel frattempo, però, la mamma ha affermato di non aver mai voluto abbandonare il figlio, in realtà, ma di averlo solo affidato al padre per portarlo in ospedale.
La questione è arrivata fin davanti alla Cassazione, che ha riconosciuto al Tribunale dei minorenni l’errore di non aver verificato la presenza di genitori naturali e ha disposto la “restituzione” del bambino alla madre naturale entro il 28 dicembre 2023.
La famiglia con la quale il bambino vive ormai da tre anni ha aperto una petizione su change.org nella quale ripercorre la vicenda e sottolinea l’assurdità della decisione di togliere a un bambino di 3 anni “dall’oggi al domani, tutte le sue certezze, il suo mondo, le braccia sicure e il calore di mamma e papà, gli unici affetti che abbia conosciuto”.
La decisione del tribunale cita espressamente la possibilità di avvalersi delle Forze dell’ordine per riprendere il bambino e darlo alla madre naturale, nel “pieno interesse del minore”. Una frase, quest’ultima, che mai come in questo caso suona ambigua e davvero difficile da interpretare.

Un’altra vittoria della “legge del sangue”

Dichiara Marco Griffini, Presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini: “I figli non sono esclusiva proprietà di nessuno e hanno diritto di crescere con chi li ha accolti e amati, anche senza averli fatti nascere. Ancora una volta ci troviamo, attoniti e impotenti, di fronte alla potenza del mito della ‘legge del sangue’. Il figlio l’ho fatto io e quindi è mio!”