Farina. “La nostra doppia adozione: le dita della mano sono tutte uguali, ma ognuno è diverso”

farina2Adele e Francesco avevano sempre pensato all’adozione: fin dai tempi del loro  matrimonio e la vita li ha messi nelle condizioni di adottare non una ma ben due volte. Il primo ad arrivare in casa Farina è stato Michele, colombiano di nascita. Ma non sarebbe rimasto figlio unico. Dopo qualche anno, infatti, il suo più grande desiderio di avere un fratello o una sorella sarebbe stato esaudito: da lì a poco avrebbe bussato alla porta di casa Farina, Manuela, una bimba dagli occhi a mandorla.

“Pur non essendoci impedimenti fisici alla genitorialità naturale – racconta mamma Adele – : abbiamo sempre pensato  e concepito l’adozione come un dono. E’ sempre stato chiaro per noi che la strada dell’accoglienza si faceva più concreta e quando ci è stato proposto l’abbinamento con Michele, accettammo subito di partire per la Colombia per andare a prendere nostro figlio”.

“La sua era una scheda un po’ particolare – ricordano mamma Adele e papà Francesco -: il bambino aveva quasi 8 anni e indicava qualche problema a livello di apprendimento cognitivo. In realtà, l’unico problema del bambino era quello di non essere stato seguito da una mamma e un papà. Dicemmo subito di sì proprio perché i figli non si scelgono. Per noi era lui nostro figlio e basta”.

Mamma e papà Farina ricordano ancora il primo incontro con Michele: “Ci corse incontro, si aggrappò al collo, dimostrandoci che stava aspettando una famiglia – dicono  -: aveva anche preparato due lettere, scritte di suo pugno, per noi. E disegnava sempre una famiglia in cui c’era sempre un fratello o una sorella”.

Rientrati in Italia, il pensiero del figlio biologico riemerse in Adele e Francesco ma il destino stava percorrendo un’altra strada.

“Il nostro decreto di idoneità era in scadenza – ricorda Adele – ma poco ci è voluto per farci decidere di dare disponibilità per un altro bambino.  Dire di no avrebbe significato chiudere la porta a un altro figlio. E così è arrivata Manuela dalla Cina”.

In fondo la famiglia non era perfetta se non con una sorella, proprio quella che disegnava sempre Michele.

“Manuela quando guarda la televisione – racconta un po’ divertita mamma Adele – si sdraia sul divano nella mia stessa posizione, con una gamba tesa e l’altra attorcigliata intorno. Da noi in Campania si dice che ‘I figli sono di chi li cresce, non di chi li fa’ Mai un detto fu più azzeccato!”

Tutti i sogni della famiglia Farina di Salerno hanno così trovato casa: “L’adozione è un atto di amore che fa rinascere questi bambini una seconda volta – dice Adele – lo abbiamo vissuto prima con Michele e poi con Manuela”.

Manuela si è inserita bene a scuola e in famiglia, è molto protettiva verso Michele e rimprovera la mamma se è troppo severa con il fratello !

“A scuola una sua compagna di recente le ha chiesto perché il fratello è scuro di pelle – conclude Adele – : Manuela le ha chiesto di avvicinare le mani alle sue dicendo: le dita della mano sono tutte uguali, ma ognuno è diverso. Inutile dire che l’amichetta non è stata in grado di replicare!”