Fecondazione assistita, aumento del 37%: in Italia la voglia del figlio c’è. Eccome

Il 2011, anno nero dell’adozione: anche in Italia la crisi ha messo a nudo la lunghezza dell’iter procedurale, suscitando grande dibattito. Ma per le coppie infeconde, in questo contesto di recessione e di timore del futuro, la voglia di avere un figlio è stata davvero inibita e rimandata?

Sembra proprio di no. L’andamento della fecondazione artificiale in Italia, durante gli ultimi cinque-sei anni, mostra come nell’arco di tempo in cui le procedure di adozione e la cultura adottiva subivano una graduale erosione, l’affidamento delle coppie italiane alle fecondazioni in provetta è cresciuto: siamo sul 37,2%. Sono state 63,840 le coppie sottoposte a trattamento nel 2009, dichiara l’analisi dell’Istituto Superiore della Sanità pubblicata il 28 giugno 2011 in una Relazione del Ministero della Sanità.

Voglia di figli in provetta in crescita: «Aumentano le coppie che si sottopongono ai trattamenti di fecondazione assistita; aumentano i cicli iniziati, le gravidanze ottenute e i bambini nati», dichiara la Relazione. Tutto inizia nel 2005: in Italia i trattamenti di procreazione medicalmente assistita sono stati nell’anno 46,519, che, con un aumento del 12,2%, sono cresciuti fino a 52,206 durante l’anno successivo. La crescita è andata avanti del 6,1% nel 2007, del 6,7 % nel 2008, fino all’ultima analisi dell’Istituto, l’aumento del 7,8% nel 2009.

Secondo la relazione, sono cresciute anche le gravidanze ottenute dai trattamenti, a fronte di un aumento di cicli iniziati. Nel 2009, sono state 14,033 (il 47,7% in più rispetto al 2005). I bambini nati vivi, invece, sono stati 10,819, anch’essi in aumento rispetto al 2005, quando erano stati 4940 (il 119% in più).

Quali le radici? «Prevenzione dell’infertilità, formazione corretta, campagne di informazione rivolte a tutta la popolazione, a partire dai giovani» sono le cause delle gravidanze in provetta: tutti «obiettivi di salute da perseguire», commenta il Ministero.

Letto in contrasto con i dati dell’adozione, lo storico istituto italiano che ha aperto un ponte tra il Paese e i bambini in cerca di famiglia, è significativo: crollo del 35% per le adozioni nazionali e del 32% delle internazionali, tra il 2006 e il 2010, e un calo da 16.234 a 10.611 delle domande di adozione nazionale (-34,6%) e da 7.652 a 5.576 per le domande per l’adozione internazionale (-27%).

Se da un lato giova ricordare che l’adozione poggia sul diritto del minore a crescere in una famiglia e si propone per soddisfare la pienezza dei suoi diritti, d’altro canto la fecondazione assistita poggia sul desiderio di genitorialità, anche oltre limiti di età consigliati. Ma la maggiore criticità che questa indagine mette allo scoperto, relativamente al paragone con le procedure di adozione, è che la voglia di avere figli è rimasta intatta, anzi, nel pieno della crisi continuava ad aumentare. È un dato su cui il mondo dell’adozione dovrebbe riflettere per incentivare questa voglia e per rendere più accessibile la proceduta adottiva, soprattutto in materia di tempi, divenuti eccessivamente lunghi e costosi.