Figli. Cari mamma e papà, io me ne vado in vacanza con gli amici!

Gentilissima redazione,

siamo i genitori di Lucia, un’adolescente di 16 anni che ultimamente ci sta facendo riflettere sul nostro stile educativo. Tutto è nato quando qualche settimana fa ha iniziato a chiederci insistentemente di andare al mare con le amiche, da sola! La nostra risposta è stata un secco e deciso NO, ma ciò l’ha messa in una posizione di chiusura e contrapposizione a noi genitori, cosa che non si era mai verificata, almeno con questa intensità che sta mettendo in atto. Cosa possiamo fare?

Grazie Mauro e Caterina

Carissimi Mauro e Caterina,

innanzitutto, è molto positivo che vi ritroviate insieme a riflettere sul vostro stile educativo.

Gli adolescenti sono bravi a mettere in crisi sia i genitori, sia tutte le figure educative di riferimento. Alternano atteggiamenti da adulto ad atteggiamenti infantili e ciò è quello che caratterizza la delicata fase di crescita chiamata “adolescenza”.

Tutto normale quindi, non spaventatevi, la soluzione è affrontare l’argomento, analizzandolo minuziosamente. Ecco un breve decalogo per decidere come meglio procedere, educativamente parlando, con il proprio figlio o con la propria figlia.

 Punto 1:

è normale che la maggior parte degli adolescenti inizi a chiedere ai propri genitori di andare in vacanza da soli con gli amici. Soprattutto in questo periodo, dove la pandemia da COVID 19 ha limitato il loro bisogno di socializzare, l’abbassamento delle restrizioni nel periodo estivo ha fatto emergere la voglia di stare insieme.

 Punto 2:

è normale che i genitori si trovino spiazzati e inizino a ragionare su che risposta dare: si o no? Non c’è una risposta giusta a priori. I fattori da considerare sono tanti ed è possibile rimodulare la richiesta iniziale, trovando dei compromessi che aiutino l’adolescente a crescere.

Punto 3:

iniziamo a considerare la richiesta fatta: dove? Quando? Con chi? Quanti giorni? (e quanto costa?… vedremo poi come è importante a livello educativo anche la questione economica).

Punto 4:

recuperate le informazioni, facciamo l’analisi dello stato di fatto, ovvero riflettiamo sui livelli di autonomia e di responsabilità, delle capacità acquisite ed espresse, delle eventuali fragilità presenti e dello stato d’umore avuto negli ultimi mesi. Questo passaggio è fondamentale per capire dove pende l’ago della bilancia, valutare una risposta sensata, scendere a giusti compromessi fra la richiesta espressa e la fattibilità della cosa!

Ora, tenendo presente il punto 4, valutiamo punto per punto la richiesta fatta.

Punto 5: dove?

 In linea generale, sarebbe bene che la prima esperienza di vacanza fosse “vicino” casa. L’Italia è bellissima e non c’è provincia che ad un’ora di distanza non regali posti suggestivi e divertimenti organizzati. In questo modo, per ogni emergenza, potrete essere sul posto in breve tempo.

Punto 6: con chi? 

È fondamentale conoscere i “compagni di viaggio” di vostra figlia, non solo per sentito dire. Create delle occasioni per conoscerli personalmente. Trovate poi le risposte a queste domande: il gruppo è composto da soli minorenni? In quanti sono? È fondamentale conoscere i genitori dei “compagni di viaggio”, in quanto possono e devono diventare una risorsa preziosa. Magari vi è la possibilità che un genitore sia presente in alcuni momenti dell’esperienza, orientando alcune scelte e supervisionando l’esperienza.

Punto 7: quanti giorni? 

Tenete sempre presente che la gradualità delle esperienze è un fattore positivo della crescita. A seconda che sia o meno la prima esperienza, magari si possono concedere dei week end, piuttosto a delle settimane intere.

Punto 8: quando? 

Spesso i ragazzi fanno richieste all’ultimo momento, per mettere alle strette i loro genitori. L’urgenza di una risposta per prenotare perché magari c’è un’offerta o perché si è in dovere di dare un feedback ad altri, potrebbe far cadere il genitore nella trappola di dare una risposta di pancia, sia essa SI, sia essa NO. Una risposta meditata, condivisa, costruita e raggiunta a seguito di riflessioni, è sempre la cosa migliore!

Punto 9: quanto costa? 

Non è una domanda banale alla quale trovare la giusta risposta. Anzi, è l’occasione per “educare” i propri figli. Anche se una famiglia non ha particolari problemi economici, consentire vacanze “costose” ai propri figli non concede loro quegli spazi di crescita sani che faranno apprezzare la vita. Giusto porsi traguardi e sogni, ma essi vanno conquistati con fatica, impegno e responsabilità. Bene sarebbe far contribuire loro alla spesa della vacanza, facendo lavoretti domestici

straordinari, accantonando le paghette, facendo delle rinunce. È giusto che le prime vacanze siano “spartane” o per lo meno non in resort di lusso, camping 5 stelle o hotel con servizi all inclusive. Queste cose vanno guadagnate col tempo. Se a 16 anni vivo la mia prima vacanza da solo in un posto di charme, cosa pretenderò a 18 anni? E a 25?

Punto 10: leggete l’articolo 2048 del Codice Civile (“Responsabilità dei genitori, dei tutori, dei precettori e dei maestri d’arte”).

Non ve lo sto a spiegare io che non sono un avvocato, ma potrete capire voi stessi quali siano le responsabilità civili e penali che stanno in capo a vostra figlia e a voi genitori. È un punto da non sottovalutare, anzi, è un argomento educativa sul quale far riflettere vostra figlia.

E ora? Non vi lascio una risposta ma vi suggerisco una lettura che vi aiuterà a prendere la vostra miglior meditata decisione. C’è un tempo per ogni cosa, tenetelo bene in mente!

Dal libro del Qoèlet (Qo 3,1–11)

Tutto ha il suo momento, e ogni evento ha il suo tempo sotto il cielo.
C’è un tempo per nascere e un tempo per morire,
un tempo per piantare e un tempo per sradicare quel che si è piantato.
Un tempo per uccidere e un tempo per curare,
un tempo per demolire e un tempo per costruire.
Un tempo per piangere e un tempo per ridere,
un tempo per fare lutto e un tempo per danzare.
Un tempo per gettare sassi e un tempo per raccoglierli,
un tempo per abbracciare e un tempo per astenersi dagli abbracci.
Un tempo per cercare e un tempo per perdere,
un tempo per conservare e un tempo per buttar via.
Un tempo per strappare e un tempo per cucire,
un tempo per tacere e un tempo per parlare.
Un tempo per amare e un tempo per odiare,
un tempo per la guerra e un tempo per la pace.
Che guadagno ha chi si dà da fare con fatica?
Ho considerato l’occupazione che Dio ha dato agli uomini perché vi si affatichino. Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo; inoltre ha posto nel loro cuore la durata dei tempi, senza però che gli uomini possano trovare la ragione di ciò che Dio compie dal principio alla fine.

Diego Moretti

Pedagogista, educatore e padre di quattro figli. Responsabile dell’area minori adolescenti di AIBC cooperativa sociale. Responsabile didattico Faris – Family Relationship International School.