Fiocco azzurro per Isaac: il primo figlio dal Kenya

Dopo nove lunghi mesi trascorsi insieme in Kenya, Francesca e Claudio Narisoni, insieme al primogenito Andrea, sono rientrati da quindici giorni in Italia con il piccolo Isaac, che oggi ha un anno e mezzo.

La loro é stata la prima adozione internazionale conclusa da Ai.Bi. in Kenya, a Nairobi. Il percorso per garantire una famiglia con l’adozione internazionale a un bambino kenyota è lungo: un’aspirante coppia adottiva deve mettere in conto un periodo di affidamento pre-adottivo nel Paese in media di 9 mesi. E il Kenya non rappresenta un caso isolato, Malawi e Tanzania sono altri Paesi africani che prevedono un iter lungo.

Eppure Francesca, la neo-mamma, assicura che tutte le difficoltà del percorso sono state superate grazie al sorriso di Isaac.

Ci racconta la vostra storia di adozione?

Un’esperienza straordinaria, che ci ha legato moltissimo alla terra di nostro figlio. In questi lunghi nove mesi di permanenza a Nairobi abbiamo avuto la possibilità di conoscere bene il suo Paese di origine, i suoi colori, i suoi profumi. Appena atterrati a Nairobi, siamo andati subito a conoscere Isaac in orfanotrofio. Insieme a mio figlio Andrea e mio marito abbiamo trascorso cinque giorni nell’istituto di Isaac. E’ stata un’esperienza incredibile, che ci ha permesso di conoscere il nostro bambino, ma anche di vivere la realtà dell’orfanotrofio. Tantissimi i bambini ospiti della struttura, non saprei nemmeno dire quanti. Sono stati i cinque giorni più i intensi della nostra vita: conoscere tutti quei bambini assettati di affetto ci ha colpito profondamente.

Come avete affrontato i nove mesi di permanenza nel Paese?

E’ stata dura per il forte carico di emotività. Dopo i primi cinque giorni trascorsi insieme in orfanotrofio, Isaac ci è stato affidato e per novi mesi abbiamo vissuto insieme. Gli operatori sociali periodicamente venivano in visita nel nostro appartamento per valutare l’inserimento di Isaac in famiglia. Andrea si è comportato fin dall’inizio da fratello maggiore, attento e premuroso. In alcuni momenti lo sconforto è stato grande, credevamo di essere pronti ad affrontare tutto…invece la nostra storia di adozione è stata puntellata da diversi momenti difficili. L’ultimo mese sono rimasta da sola con Isaac e Andrea perché mio marito è dovuto tornare in Italia. Contare sull’aiuto dello staff di AiBi, delle persone che abbiamo conosciuto in questi mesi, è stato molto importante. Può sembrare una banalità, ma è stato così. Aver avuto la possibilità di vivere in Kenya insieme, tuttavia, ci ha dato anche la possibilità di cominciare a mettere i primi tasselli della nostra storia familiare nel Paese di Isaac.

Se volesse dare un messaggio agli aspiranti genitori adottivi, cosa direbbe?

E’ un’avventura meravigliosa, sono bambini che aspettano solo di essere adottati. Quando eravamo nell’orfanotrofio di Isaac, mio marito ed io avremmo voluto adottare tutti i suoi compagni. La nostra esperienza ci ha insegnato una cosa fondamentale: non si può pretendere di conoscere ogni singolo passaggio del percorso adottivo, avere certezze su tutto ciò che accadrà. La coppia deve essere consapevole, però ci vuole anche un pizzico di follia. La follia dell’amore per il proprio figlio. Dietro ogni difficoltà c’è sempre un significato profondo.