Fiocco azzurro per Leiner e Joan: un magnifico “entrego” con i colombiani

Emanuela ed Elio sono rientrati dalla Colombia con Leiner (12 anni) e Joan (5 anni) da nemmeno un mese (il 25 marzo 2010), eppure sembrano una famiglia da sempre.

Ci racconta la loro storia di adozione il neo-papà:

Qual è stata la vostra esperienza?

Siamo stati fortunati, il nostro percorso adottivo è stato davvero breve. Un crescendo di emozioni, una storia costellata da una serie di coincidenze e momenti particolari: il primo step, ovvero il decreto di idoneità del Tribunale, è arrivato il giorno della Festa del Papà (19 marzo 2009); il corso di preparazione con Ai.Bi. l’abbiamo seguito il giorno della Festa della Mamma (8 maggio 2009); infine il giorno della vigilia di Natale abbiamo ricevuto la conferma che il Giudice colombiano aveva apposto “il bollino blu”, ossia Leiner e Joan erano i nostri figli, dovevamo solo prepararci per andare in Colombia a conoscerli. Sentivamo che erano i nostri bambini ancora prima di sentirli e vederli.

Come è andato il primo momento dell’incontro?

Non dimenticheremo mai il giorno dell’entrega, ovvero l’incontro, nella sede regionale dell’Instituto Colombiano del Bienestar Familiar (ICBF). Mia moglie ed io stavamo attendendo Leiner e Joan nella sala quando, affacciandomi alla finestra, ho visto camminare per strade questi due meravigliosi bambini, tutti impettiti. Quando sono arrivati avevano con sé tre rose rosse per mia moglie; le teneva con sé Leiner, il più grande, ma ci teneva che fosse il fratello più piccolo a regalarle alla mamma. E’ stato un momento intenso, unico.

E la permanenza in Colombia?

Siamo rimasti nel Paese 38 giorni. Fin dal primo momento si è creato un feeling che non ci saremmo mai aspettati, il tutto è avvenuto con grande naturalezza. Noi avevamo cercato di studiare il più possibile lo spagnolo nei mesi precedenti alla partenza, ma non è stato assolutamente un ostacolo la lingua, né per noi, né per loro. Qualche volta mia moglie ed io ci siamo espressi in maniera incomprensibile, abbiamo coniato un linguaggio italo-spagnolo del tutto inventato…ma poi si finiva sempre a ridere tutti e quattro. A Bogotà siamo stati bene, abbiamo trovati i nostri primi momenti di quotidianità, è stato un mese impegnativo ma importante per iniziare la nostra storia familiare.

Adottare un bambino grande. Cosa ha significato per voi?

Ci è sembrato molto naturale: io ho 47 anni, mia moglie ne ha 44, quindi adottare un figlio di 12 anni rientrava tra le nostre aspettative. Sia Leiner che Joan ci hanno dimostrato fin dal primo giorno un grande desiderio di stare con noi, di farsi coccolare dalla loro famiglia. Seppur con atteggiamenti diversi, più infantili per Joan e più controllati per Leiner, hanno manifestato sempre un desiderio di protezione; hanno avuto un passato difficile e di sofferenza ma hanno sempre mostrato una voglia di iniziare la loro storia familiare con grande slancio.

Un messaggio per i genitori che iniziano il percorso adottivo.

E’ un’esperienza meravigliosa, intensa, che fa crescere la coppia. I momenti di sconforto ci sono, è innegabile, ma anche quelli fanno parte di una sorta di periodi di gestazione; l’attesa va vista come un percorso di passaggio per la coppia. In tal senso credo che la formazione sia fondamentale, tutte le coppie la dovrebbero seguire con la massima serietà. In Colombia, vedendo anche l’esperienza delle altre coppie, mi sono reso conto di come fossimo pronti e preparati ad affrontare tutte le sfide che si profilavano nell’accoglienza dei nostri bambini. Abbiamo maturato una consapevolezza dell’adozione fondamentale per diventare genitori e spalancare la porte della nostra famiglia a Leiner e Joan.