Francia. Scandaloso: I bambini down fanno paura. Divieto di trasmettere in tv le loro immagini. Ecco il video censurato dall’Authority di Parigi.

spot downSi arriverà un giorno a dire che turba la coscienza della futura mamma, il figlio miope, con il naso pronunciato o con le orecchie a sventola? Perché la via all’eugenetica è tracciata e da questo momento tutto diventa soggettivo, discrezionale e quindi altamente pericoloso. Perché con la stessa logica con cui oggi si dice di no al figlio con la sindrome di Down (infarcendolo ipocritamente con le migliori teorie di “protezione”  nei confronti del bambino dalle cattiverie di una società non pronta ad accoglierlo), domani (molto vicino) si potrà dire che per il bene del figlio con i denti storti è meglio non venire al mondo. O  neanche farsi vedere in giro, perché la sua “imperfezione” potrebbe oltraggiare e turbare lo sguardo “puro” degli altri…i “perfetti” della società.

Qui non si tratta di entrare nel merito di aborto o meno, ma di proibire agli esseri “imperfetti” addirittura di mostrarsi in giro, per strada, in tv. E’ quello che si rischia seriamente in Francia dove  l’Autorità francese del settore audiovisivo (Csa) ha rimproverato le emittenti M6, Canal+, TF1 e D8  “colpevoli” di avere trasmesso (dal 21 marzo per un mese, in occasione della giornata mondiale della Trisomia) lo spot sulla sindrome di Down “Cara futura mamma” con lo scopo di «mostrare che è possibile essere orgogliosi delle persone con trisomia 21 e che queste possono inserirsi nella società e riuscire nella vita malgrado le difficoltà». Risultato? Cancellazione del video. Ovvero censura.

Il motivo? Perché turberebbe la coscienza delle future mamme dato che la finalità dello spot “può apparire ambigua e non suscitare una adesione spontanea e consensuale”. Peccato che il video si “limiti” a rassicurarle sul fatto che anche un bambino con la sindrome di Down può essere felice come gli altri. Ma questo per la Francia «non può essere definito come un messaggio di interesse generale».  Lo spot , girato in occasione della Giornata mondiale sulla sindrome di Down del 21 marzo da CoordDown (Coordinamento nazionale associazioni delle persone con sindrome di Down), mostra  alcuni ragazzi che in varie lingue rassicurano una futura mamma in attesa di un figlio con sindrome di Down (“Che tipo di vita potrà avere mio figlio? ) sulle possibilità che le si potranno aprire in caso di un figlio trisomico. La rassicurano (se ce ne fosse bisogno…ma evidentemente si) che anche  un bambino down potrà abbracciarti, correrti incontro, parlare, dirti che ti vuole bene, andare a scuola COME TUTTI; potrà imparare a scrivere e scriverti se un giorno sarà lontano. “Perché si, potrà viaggiare – dicono i ragazzi nello spot – potrà aiutare suo padre ad aggiustare la bici, potrà lavorare e guadagnare i suoi soldi e con quei suoi soldi invitarti a cena fuori o affittare un appartamento e andare a vivere da solo”.

“ A volte sarà difficile. Molto difficile- ammettono con uno sguardo fiero e combattivo –. Quasi impossibile. Ma non è così per tutte le mamme? Cara futura mamma, tuo figlio potrà essere felice. Come lo sono io e ANCHE TU SARAI FELICE. Le persone con sindrome di Down possono vivere una vita felice”.  Cosa c’è di tanto terribile da vietarne la diffusione? Si trasmettono scene di violenza inaudita, guerre e combattimenti e non si possono mandare in onda spot di ragazzi che ti chiedono solo di amarli?  Ma il video invece di commuovere suscita la reazione opposta: la censura. Perché si  scrive privacy ma si legge censura. Ci si trincera dietro il progressismo ma si trova l’eugenetica.

Se possibile oggi l’uomo sta diventando peggio delle bestie. Si sta tornando indietro di decenni quando gli ebrei venivano giudicati come dei parassiti e dei sub-umani. Li bracchiamo, li riconosciamo, li sterminiamo. Nel caso del bambino trisomico si vede meno, perché la “camera mortuaria”  in questo caso è il ventre della donna consenziente, trascinata dal culto della performance. E come dice il filosofo Hadjadj «Credevo questa forma di adesione riservata alle bestie, che agiscono per istinto. Ma no, deve invece essere quella dei telespettatori bisomici, che si credono nondimeno superiori ai loro fratelli trisomici per un cromosoma in più». Sarà un caso che la Francia, come riporta la Fondazione Jerome Lejeune, “ è il paese leader nell’eliminazione dei bambini con trisomia 21 prima della loro nascita (96%)”?

Ai.Bi, Amici dei Bambini, condanna categoricamente l’ atteggiamento censorio dell’Autorità francese e invita chiunque a diffondere  il video (http://bit.ly/1ikEpM4)postandolo sui social network: facebook, twitter, linkedin e via email. Dimostrate anche voi il vostro amore nei confronti dei più deboli.

Fonte (Avvenire)