Gigli (Per l’Italia): “Per uscire dalla profonda crisi dell’adozione internazionale serve un interlocutore politico che si relazioni con gli enti autorizzati”

camera-dei-deputati350Un sistema tariffario calmierato per le famiglie accoglienti, più fondi pubblici per l’adozione internazionale e soprattutto un interlocutore politico che si relazioni con gli enti autorizzati. Queste alcune delle richieste al governo formulate dall’onorevole Gian Luigi Gigli, del gruppo “Per l’Italia – Centro Democratico”, nel corso della sua replica alla risposta fornita dal ministro Boschi all’interrogazione presentata dallo stesso Gigli durante il Question Time di mercoledì 22 aprile alla Camera dei Deputati.

Con il suo intervento a Montecitorio, il deputato centrista ha chiesto all’esecutivo se intendesse adottare iniziative normative per agevolare e sostenere l’iter delle adozioni internazionali e sollecitare accordi con i principali Paesi di provenienza dei minori accolti in Italia. Richieste motivate dalla situazione di profonda crisi che l’accoglienza adottiva sta vivendo nel nostro Paese da alcuni anni – si è passati infatti dai 4.130 minori adottati del 2010 ai 2.825 del 2013 – e dal fatto che la Commissione Adozioni Internazionali non ha ancora pubblicato i dati relativi al 2014 che sicuramente rivelerebbero un ulteriore pesante calo delle adozioni realizzate dalle coppie italiane. “Le famiglie adottanti – ha sottolineato Gigli – lamentano anche i costi eccessivi cui debbono sottoporsi. I costi, a nostro parere, sono verosimilmente elevati anche per la mancanza di un sistema calmierato di tariffe e di un efficace controllo sui contributi di spesa richiesti dagli enti autorizzati”.

Rispondendo all’interrogazione, il ministro per le Riforme Costituzionali e i Rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi non ha replicato con precisione alle singole istanze proposte da Gigli, preferendo piuttosto limitarsi a delle considerazioni generali. Il ministro ha dapprima individuato le ragioni della crisi dell’adozione internazionale in 2 cause fondamentali: gli scenari di conflitto e di instabilità politica in molti Paesi di provenienza dei bambini adottati e la crisi economica che ha disincentivato non solo le adozioni ma anche le nascite. A proposito di queste ultime, il ministro ha ricordato le misure adottare dal governo che, con la legge di Stabilità 2015, ha introdotto il bonus di 80 euro per le famiglie che mettono al mondo o adottano un figlio e l’estensione del “fondo adozioni” con uno stanziamento di 5 milioni di euro. Per il futuro, ha annunciato Boschi, l’esecutivo si impegna a rivedere le norme sui rimborsi delle spese sostenute dalle famiglie adottive. “Oggi il 50% è deducibile – ha ricordato Boschi – e il 50% viene rimborsato, con criteri che si basano sulle spese indicate dagli enti che si occupano di adozioni. È possibile un intervento, in modo trasparente che eviti sprechi e irregolarità”.

Alla risposta del ministro, Gigli ha replicato chiedendo la reintroduzione di un sistema tariffario calmierato per le adozioni internazionali e controlli sui contributi alle spese richiesti alle famiglie dagli enti autorizzati. Inoltre, il deputato centrista ha richiesto l’individuazione di un interlocutore politico, con delega del premier, che si relazioni con gli stessi enti. Alla Cai, Gigli ha chiesto la pubblicazione immediata dei dati sul 2014 e la convocazione urgente delle riunioni con le delegazioni dei Paesi di provenienza dei bambini adottati. Da segnalare anche la richiesta di un ulteriore incremento dei fondi destinati alle adozioni, affinché siano almeno pari a quelli stanziati per la procreazione medicalmente assistita. L’obiettivo, infatti, è quello di istituire “un valido sistema di agevolazioni alle famiglie” e di “esercitare la massima vigilanza per evitare ogni sospetto di speculazione”.

 

Fonti: Rai