Giovanni Ottati (Confindustria Assafrica): “L’Italia deve investire in Africa”

Credere nel continente africano è la via migliore per creare opportunità a chi vive in quei Paesi

L’Italia? Deve investire in Africa. A sostenerlo è il presidente di Confindustria Assafrica&Mediterraneo e fondatore dell’azienda Vuetel, che collega tra loro gli operatori di telecomunicazioni dei singoli Stati africani con il resto del mondo, Giovanni Ottati, recentemente intervistato dal magazine Formiche. Un uomo che l’Africa la conosce bene, avendoci anche studiato, fino agli anni del liceo.

Ma perché fondare un’azienda proprio lì? “Era l’unica area con uno spazio di mercato tale da giustificare l’investimento di un piccolo: all’epoca c’era un ritardo forte sulle telecomunicazioni e i servizi ad esse connessi. Negli anni il gap è stato colmato dal mercato del mobìle: sa oggi quanti africani possiedono un telefonino? Quasi la totalità, il 97%”.

Dall’epoca in cui Ottati avviò in Africa la sua impresa, nel 2010, tuttavia, la presenza di investimenti italiani non è mutata in maniera significativa. “Da allora – spiega – la presenza italiana nel continente non è molto cambiata. Mentre storicamente abbiamo assistito all’insediamento delle partecipate italiane in campo energetico, alla Fiat in Etiopia e a Mediobanca in Liberia, oggi tra gli istituti di credito leader troviamo quelli di Francia e Marocco. L’Italia conta su ENI, Cremonini, Renda, Impregilo Salini e circa 800 imprese italiane, di cui un nutrito numero sono aziende campane”.

Eppure, nel continente africano, le imprese italiane dovrebbero continuare a investire. “Oggi l’Africa – spiega ancora – rappresenta un’opportunità strategica per crescere a livello internazionale. Spesso si dice che l’Italia aumenta l’export delle proprie imprese ed è così naturalmente, se paragoniamo i risultati anno per anno; ma occorrerebbe un rapporto sul complesso del mercato mondiale degli scambi internazionali per misurare quanto realmente le nostre esportazioni crescono in valore assoluto. Quanti fanno come Calzedonia oggi? Ha investito in Etiopia aprendo uno stabilimento produttivo, ha creato occupazione e cresce alla grande programmando lo sviluppo in altri Paesi africani. Quasi nessuno si muove con le stesse modalità, tranne la Cina che sistematicamente apre imprese manifatturiere in Africa”.

Già, gli investimenti. Solo credendo nell’Africa si può far sì che quelle terre offrano delle opportunità anche a chi ci vive. Sì, credere nel continente africano e nella sua gente. E chiunque può farlo. Per esempio con la campagna #Africainfamiglia di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, organizzazione che da anni crede e investe nella crescita delle comunità locali.