Guatemala: il traffico di bambini fattura miliardi di dollari

guatemalea newsIn Guatemala li chiamano jaladores: sono i ladri di bambini, gente senza scrupoli che strappa i piccoli dalle braccia delle loro madri per strada o le convince, con la promessa di una buona adozione, a farseli portare via. Una nuova ventata di rapimenti, che ha colpito anche in pieno giorno i reparti maternità di alcune cliniche, stanno riportando il Guatemala sulle prime pagine dei giornali. Secondo l’inchiesta svolta dal Thomas Reuter Institute le autorità locali sono pienamente consapevoli di questa tratta di bambini, spesso neonati ma che riguarda anche bimbe di 5 o 6 anni, vendute poi, se fortunate, ad una famiglia adottiva oppure inghiottite dal mondo della pornografia o della prostituzione. Un business di svariati miliardi di dollari, gestito dalla malavita organizzata di un Paese che non riesce a fermare la dilagante tratta dei minori.

“Stiamo indagando i casi di ben 22 di neonati rapiti e siamo convinti che siano finiti nella tratta dei bambini” ha dichiarato all’Istituto che ha condotto l’inchiesta, Erick Cardenas, procuratore legale che si occupa del tribunale dei minori di Guatemala City. I ‘Jaladores’ non rapiscono solo neonati per strada, ma hanno persino il coraggio di entrare nel reparto maternità di un ospedale, somministrare un sonnifero alla madre per strapparle il piccolo dalle braccia o corrompere qualche inserviente per convincerlo a mentire alla gestante, comunicandole la morte del figlio.

Un rapporto pubblicato nel 2010 dalla Commissione guatemalteca contro le impunità (CICIG) ha riferito che il personale di alcuni ospedali è in combutta con le gang della tratta umana per far ottenere loro certificati di nascita falsi e far sì che qualche neonato venga ‘venduto’ a qualche coppia. Alcune infermiere hanno inoltre finto di essere la madre biologica per firmare gli incartamenti di decine di adozioni. Alle spalle di questo traffico illegale ci sono funzionari, notai guatemaltechi e soprattutto guardie di frontiera corrotte che preparano i dossier per le adozioni o lasciano che i piccoli passino la frontiera per approdare negli USA.

L’indagine ha portato alla luce una situazione ancor più drammatica: il traffico di organi umani. “Non abbiamo ancora ricevuto informazioni su casi specifici“, ha aggiunto Cardenas, mentre alcuni gruppi per la difesa dei diritti civili domandano a gran voce che sia aperta una indagine su scala nazionale. “Sappiamo che c’è grande richiesta di bambine tra gli 8 e i 10 anni per il sottobosco della pornografia e la compravendita di organi”, ha detto Leonel Dubon, direttore di Childhood Refuge, una ONG che si occupa di indagare sul traffico di minori nel Paese centramericano. “C’è bisogno di macchinari sofisticati per tenere in vita gli organi e non è facile procurarseli nel nostro Paese. Siamo convinti che i minori rapiti siano portati all’estero dove purtroppo vengono svolti gli interventi, lasciando inevitabilmente morire i bambini”. Il Guatemala torna così tristemente sotto i riflettori: la prima volta era successo negli anni Novanta, con lo scandalo che aveva contribuito a chiudere le porte alle adozioni internazionali da parte di famiglie americane. Nel 2007, quando il governo istituì un dipartimento che si occupava solamente di seguire i dossier internazionali, sembrava che la corruzione fosse destinata a scomparire.

Tre anni dopo, inoltre, era stata varata una legge col nome di Alba-Keneth Alert System, dal nome di due bambine rapite, Alba Espana e Keneth Lopez, assassinate da alcuni malavitosi. Lo scopo della legge era di permettere alle autorità locali di dare inizio ad una ricerca nelle ore immediatamente successive al rapimento.

Nonostante le misure prese, il procuratore generale del Guatemala ha annunciato che ogni giorno almeno 15 minori scompaiono. Quest’anno, a cavallo tra gennaio e agosto, 4.311 bambini sono scomparsi: di questi 847 non sono mai tornati a casa.

Il traffico dei bambini è in netta crescita, spesso falsamente camuffato dalla possibilità dell’adozione internazionale. Inquietante la percezione del fenomeno: «Crediamo che almeno il 70% delle adozioni all’estero siano in realtà collegate al crimine organizzato», si legge sul rapporto compilato nel 2010 dalla Commissione guatemalteca contro le impunità.

Dal nostro corrispondente dagli USA Silvia Kramar

Fonte: trust.org