Haiti punta sulla famiglia: vietati i matrimoni gay e adozioni internazionali aperte solo a coppie sposate da almeno 5 anni

E’ di questi giorni la notizia che il Senato di Haiti ha varato una proposta di legge che vieta il “matrimonio” gay. La legge haitiana definisce già  matrimonio solo quello tra un uomo e una donna. Il disegno di legge è ora alla Camera dei Deputati di Haiti e, se viene approvato, dovrà essere promulgato dal Presidente della Repubblica.

L’attenzione alla “famiglia” – mamma e papà – da parte dell’Isola caraibica anche in materia di adozione internazionale è sempre stata alta, a riprova i requisiti previsti dalla nuova legge sulle adozioni che recepisce i principi della Convenzione dell’Aja (entrata in vigore il 1° aprile 2014) approvata dal Parlamento nell’agosto del 2013: le coppie che intendono adottare ad Haiti devono essere sposate da almeno 5 anni o aver convissuto per un periodo stabile e continuativo di almeno 5 anni.

L’età minima di almeno uno dei coniugi è di 30 anni e il limite massimo per gli aspiranti genitori di 50 anni. I tempi di attesa per l’abbinamento sono di circa due anni ma per disponibilità più ampie (minori dai 7 anni in su o con problematiche di salute) possono essere più brevi. La legislazione vigente richiede due viaggi:  il primo di circa 2-3 settimane e il secondo di 7-15 giorni circa.

Haiti – Paese già storicamente molto povero – ha visto aumentare esponenzialmente il numero di bambini soli e adottabili dopo le gravi catastrofi naturali che l’hanno visto protagonista negli ultimi anni. Il terribile terremoto prima e l’uragano “Matthew” dopo hanno sconvolto il Paese provocando decine di migliaia di vittime e lasciando tantissimi bambini orfani: minori che avrebbero bisogno al più presto di una famiglia che li accolga e restituisca loro la sicurezza, la protezione e la speranza nel futuro di cui ha diritto ogni bambino.

Presente ad Haiti già dal gennaio 2013, Ai.Bi.  ha ricevuto il riaccreditamento a operare nell’isola caraibica come ente autorizzato per le adozioni internazionali lo scorso 24 ottobre, rientrando così a tutti gli effetti tra i 59 enti stranieri oggi autorizzati a operare ad Haiti: di questi, 8 sono italiani, 20 statunitensi, 12 francesi, 6 canadesi, 4 spagnoli, 3 belgi, 2 tedeschi e altrettanti svizzeri, 1 olandese e 1 della Repubblica d’Irlanda.

Una decisione quella dell’Autorità Centrale di Port-au-prince di rinnovare l’autorizzazione ad Ai.Bi. che si configura come un riconoscimento della solidità, dell’efficienza e delle potenzialità dell’ente da sempre impegnato a sostenere ed accompagnare sempre più famiglie italiane che vorranno accogliere i minori abbandonati di Haiti, restituendo loro l’amore di un papà e di una mamma.

Attualmente sono 12 le coppie adottive italiane seguite da Ai.Bi. abbinate a minori di Haiti mentre Isabelle, la prima bambina adottata da Ai.Bi. nel 2017 nel paese caraibico è  già a casa tra le braccia della sua famiglia.

Il regolamento per le adozioni internazionali ad Haiti impone, però, un contingentamento delle adozioni e ciascun ente accreditato può presentare 12 dossier all’anno per le adozioni “normali” e 5  per le adozioni “speciali”, ovvero quei minori per i quali, solitamente, è più difficile trovare una famiglia disposta ad adottarli perché più grandicelli, età superiore ai 7 anni, o perché affetti da problematiche sanitarie significative o gruppi di fratelli, per un  totale di 17 famiglie all’anno.

Ed è proprio in virtù di questo contingentamento imposto dal Paese, che alle coppie che intendono adottare nell’isola caraibica si consiglia di consultare la lista d’attesa dell’ente autorizzato accreditato per Haiti cui intendono rivolgersi. Per quanto riguarda Ai.Bi., potrà telefonare al numero 02 988221 o scrivere a adozioni@aibi.it.