Haiti: sono più di 4.000 i morti per colera

Haiti ha bisogno di circa un miliardo di dollari per realizzare i progetti di ricostruzione approvati dalla Commissione ad Interim per la ricostruzione di Haiti (CIRH). Lo ha annunciato il Primo ministro haitiano, Jean Max Bellerive, in una conferenza stampa tenuta al termine di una riunione con l’ex presidente Usa Bill Clinton, giunto nell’isola in qualità di Inviato speciale dell’ONU. Sono progetti preparati per i prossimi otto mesi che riguardano l’istruzione, la salute, i complessi abitativi, l’energia, la raccolta di detriti, il lavoro, l’agricoltura.
Secondo una valutazione del ministero haitiano della sanità pubblica e della popolazione, ci sono 225.668 persone infettate dalla malattia, delle quali 121.883 hanno richiesto il ricovero. Ad Haiti sono morte 4.452 persone a causa dell’epidemia di colera che affligge il paese caraibico dallo scorso ottobre, una cifra che aumenta ad ogni nuovo rapporto delle autorità. L’ultimo rapporto del ministero della Sanità porta la data del 3 febbraio.
La regione più colpita dall’epidemia continua ad essere Artibonite, dove era apparso il primo caso di colera, con oltre 683 decessi. Nonostante gli sforzi per contenere la diffusione dell’epidemia, è dilagata anche nella vicina Repubblica Dominicana, che condivide con Haiti l’isola caraibica La Espagnola. Nel territorio Domenicano ci sono più di 325 casi e 3 i decessi registrati finora, un uomo e due bambini, tutti haitiani.
Più di tre milioni di haitiani, quasi un terzo della popolazione, vivono ancora in una situazione di insicurezza alimentare. Lo ha denunciato un organismo haitiano, il Coordinamento nazionale per la sicurezza alimentare (CNSA), precisando che a patire i disagi alimentari non sono soltanto gli sfollati a causa del terremoto, ma anche la popolazione del nordovest e del sud del Paese. Secondo il CNSA, il prezzo del riso è aumentato del 25% negli ultimi mesi. Ma sono tanti i beni alimentari che hanno subito un notevole incremento di prezzo. Sicuramente il mercato ha subito le ripercussioni dell’epidemia del colera (molti consumatori e commercianti hanno scartato i prodotti provenienti dalla regione centrale dell’Artibonite, focolaio dell’epidemia) ma è anche vero che alcune terre sono sfruttate da consorzi stranieri per produzioni destinate essenzialmente all’esportazione.

(Agenzia Fides, 18/02/2011)