«Ho lasciato nelle mani di Dio il nostro percorso di adozione»

Ho letto la lettera del bimbo abbandonato al Papa. Dai miei occhi le lacrime scendono. Ho affidato a Dio questi 40 giorni prima di Pasqua per lasciare nelle sue mani il nostro percorso di adozione, successivamente con mio marito deciderò che fare. Ma è tutto così difficile: nel mondo ci sono bimbi che sperano e coppie che sperano. Tutti siamo nelle mani di Dio. Le cose devono cambiare: parliamo tanto di diritti dei bambini, e poi? Poi a nessuno interessa niente: solo questione di soldi e carte. Proviamo ad aprire il nostro cuore senza amare il dio denaro…

Federica

 

IRENEBERTUZZICara Federica,

è commovente quello che ha scritto. Sarebbe davvero meraviglioso se l’adozione internazionale riuscisse ad essere gestita come l’adozione nazionale: senza esborso di denaro da parte delle coppie. E’ vero che spesso (non sempre) quello che muove gli ingranaggi dell’adozione internazionale è il “dio” denaro. Sulla pelle dei bambini abbandonati sovente si lucra. Nessuno fa niente per niente. Eppure quei milioni di bambini in difficoltà e in stato di abbandono avrebbero bisogno di essere accolti con amore dalle tante coppie che aspettano solo di diventare padri e madri.

Ha ragione, cara Federica, quando dice che a nessuno interessa la sorte dei tanti bambini soli. Certo che se tutti i paesi,compresa l’Italia, andassero a regime rispetto ai costi da versare all’estero, forse le cose cambierebbero. Ma non credo che sia questa la volontà generale: troppi interessi ruotano purtroppo attorno all’adozione internazionale.

Ma la speranza che le cose possano cambiare c’è sempre: da anni Ai.Bi. sostiene la gratuità dell’adozione internazionale  spiegando anche dove poter reperire i fondi per aiutare le coppie a sostenere tali costi.

Chissà che prima o poi avvenga il “miracolo”.

Cordialmente,

Irene Bertuzzi

Area Adozioni Internazionali di Ai.Bi.