Allontanare dalle famiglie mafiose i figli per impedire che questi bambini o ragazzi vengano ‘allevati’ a pane e mafia.  E’ del 2012 la sentenza emessa dal Tribunale di Reggio che tolse i figli al boss De Stefano. Una pietra miliare nel campo della lotta alla mafia e della difesa dei minori, con la quale il  Tribunale di Reggio ordinò la decadenza della potestà genitoriale del capomafia Giuseppe De Stefano, affermando che «La situazione dei figli di mafiosi costretti a subire come normali, complici le madri, esempi estremi di vita criminale è sicuramente una situazione ben più grave di quella qualificabile come semplice abbandono. […] La famiglia di ‘ndrangheta, funzionando come palestra di addestramento al crimine elevato a sistema di vita, cessa di essere una cellula educativa della società civile». Il Tribunale ha dato un nome a quell’educazione. Si tratta di  “una forma di schiavitù che aliena i figli dalla vita normale e li prepara ad un futuro fatto di certa inclinazione criminale”. Analisi che trova conferme anche nelle rivelazioni fatte da un pentito di ‘ndrangheta, Giuseppe Scriva, secondo il quale “Quando la moglie di un ‘ndranghetista di grado elevato mette al mondo un figlio maschio, quest’ultimo viene battezzato nelle fasce con la cosiddetta smuzzunata e, per il rispetto goduto dal genitore, entra a far parte dell’associazione sin dai primi giorni di vita. Percorrerà così tutta la gerarchia mafiosa e sicuramente sarà agevolato dalla presenza paterna all’interno della famiglia”. Dopo quella sentenza, sono arrivati una ventina di sentenze analoghe in base alle quale la potestà genitoriale viene tolta o limitata con allontanamento temporaneo dei figli sino ai 18 anni, allo scopo di sottrarli ai modelli educativi mafiosi che altrimenti li consegnerebbero a un  destino criminale analogo a quello dei familiari.  Un tema sensibile che abbraccia lotta alla criminalità organizzata e tutela dei minori. Cosa ne pensano i lettori di AiBinews? E’ giusto allontanare i figli dalle famiglie mafiose? Partecipa al sondaggio.

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