Il corpo di una bimba in mare: un’ immagine vale più di mille parole

bimba mortaTante parole sono state spese in questi giorni a seguito dell’ennesima tragedia nel Canale di Sicilia dove circa 700 migranti hanno perso la vita, tra cui molte donne e soprattutto bambini. Veri e propri fiumi di parole e dichiarazioni di personalità pubbliche si sono alternati ognuno nel dire il proprio pensiero, idea di intervento per arginare questo che ormai è un dramma quotidiano, e personale commiato per le tante anime innocenti che hanno provato ad avere un futuro lontano da quelle aree di guerra e crisi da cui scappavano.

Ma molte volte le parole sono superflue se non ridondanti soprattutto davanti a foto che nella loro drammatica “semplicità” ti spiazzano e ti svuotano. Foto come quella che ritrae il corpicino di una bambina in balia di quel mare, che ora appare tanto calmo e “amichevole” e dove invece ha trovato la morte.

Una foto che ti rimane scolpita nella mente e nel cuore e dinanzi alla quale si dovrebbe solo tacere in un rispettoso silenzio e accompagnare la piccola (come le tante altre vittime dei viaggi della speranza) nel suo ultimo viaggio con i versi di una poesia.

Come quella pubblicata sul sito di Avvenire e di cui riportiamo alcuni passaggi.

..avevi nove anni?
ne avevi sette?
o erano ancora solo cinque sei tutti
gli anni della tua vita?
E quanti ne sognavi
laggiù nel mondo colori pastello
di cui cercavi..

..dove andavi
dove volevi
desideravi
delle vite
delle figlie
dei sorrisi

oggi non c’è tempesta di cielo terra
e mute silenziose queste acque
accolgono il tuo corpo
carezzandolo di vite

Per leggere la poesia nella sua versione integrale, clicca qua.

Fonte: http://www.avvenire.it/