Il Governo vara il Family Act. L’assegno unico per ogni figlio esteso a tutte le famiglie. Il via forse a gennaio 2021

Griffini (Ai.Bi.): “Speriamo si riesca a trovare spazio per l’Adozione Internazionale. Da anni le famiglie ne attendono la gratuità”

Il Governo Conte ha varato il Family Act. La misura, fortemente voluta dal ministro della Famiglia, Elena Bonetti, che ha parlato di “momento storico”, è stata approvata dalla riunione del Consiglio dei ministri di ieri, giovedì 11 giugno, con il semaforo verde al disegno di legge recante “deleghe al Governo per l’adozione dell’assegno universale e l’introduzione di misure a sostegno della famiglia”. Si tratta di un provvedimento di natura organica per il rilancio della famiglia e della natalità.

Family Act: l’assegno unico per ogni figlio forse da gennaio 2021

La misura più importante, tra quelle previste, è l’assegno unico per ogni figlio, che assorbirà tutte le misure precedenti (detrazioni fiscali, bonus bebè e mamma e assegni famigliari) e sarà esteso a tutte le famiglie e che, nelle intenzioni dell’esecutivo, dovrebbe scattare da gennaio 2021, inserendolo così nella prossima manovra d’autunno: l’assegno verrà infatti attribuito indistintamente in una quota base a tutti nuclei familiari con uno o più figli, cui verrà aggiunta una quota variabile determinata per scaglioni dall’indicatore ISEE. “Nella determinazione dell’importo dell’assegno – spiega l’agenzia stampa AGIsi tiene conto anche dell’età dei figli a carico. L’assegno è mensile e verrà corrisposto dal settimo mese di gravidanza fino al compimento del diciottesimo anno di età di ciascun figlio, ad eccezione della figlia o del figlio disabile per il quale non sussistono limiti di età, tramite una somma di denaro o mediante il riconoscimento di un credito d’imposta, da utilizzare in compensazione. Nel caso di figli successivi al primo, l’assegno subirà una maggiorazione del venti per cento, così anche nel caso di figlia o figlio disabile. L’importo dell’assegno universale non concorre alla formazione del reddito imponibile, nè ai fini delle prestazioni a sostegno del reddito. Infine è prevista una clausola di salvaguardia per cui è riconosciuta una integrazione compensativa dell’importo dell’assegno diretta ad assicurare che lo stesso non risulti in ogni caso inferiore a quello in godimento al nucleo familiare prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo di attuazione della delega”.

Attualmente il complesso delle misure che saranno assorbite dall’assegno ammonta, in termini di costi per lo Stato, a circa 15 miliardi ed è garantito che, con l’introduzione della riforma, nessuno prenderà meno. Il disegno di legge prevede anche una riorganizzazione complessiva delle misure di sostegno alle famiglie, che spetterà ai successivi decreti legislativi attuare, “con contributi che possono coprire anche l’intero ammontare delle rette degli asili nido, dei micronidi, delle sezioni primavera e delle scuole dell’infanzia“. Sono inoltre previste misure di supporto per le spese sostenute per i minori affetti da patologie fisiche, “ivi compresa la diagnosi di disturbo dell’apprendimento, sia per le spese documentabili per l’acquisto di libri scolastici per ciascun figlio, frequentante la scuola secondaria di primo e secondo grado, e per le spese sostenute relativamente alle gite scolastiche, all’iscrizione o abbonamento ad associazioni sportive e i corsi di lingua, arte e musica”.

Family Act. Oltre all’assegno unico ci sono i nuovi congedi parentali

Per quanto invece riguarda i congedi parentali, la delega prevede un periodo di almeno 10 giorni di durata del congedo di paternità obbligatorio nei primi mesi di nascita della figlio. Sono inoltre previsti un permesso retribuito, di almeno cinque ore nell’arco di un anno scolastico per i colloqui con i professori dei figli oltre all’introduzione di modalità flessibili nella gestione di congedi e una durata minima di 2 mesi di congedo non cedibile all’altro genitore. Per le madri che rientrano a lavoro dopo il congedo è inoltre prevista un’integrazione salariale del 30% erogata dall’INPS oltre alla deducibilità delle spese per la baby sitter.

Family Act. Bene l’assegno unico. Ma servono “risorse dedicate”

Per quanto attiene all’accoglienza avuta dal Family Act, in generale sembra esserci soddisfazione per la nuova misura, anche se le cautele, trattandosi di una delega, sono doverose. Avvenire, in un editoriale di Massimo Calvi, parla di “riforma di sistema”, ma ricorda che “senza risorse dedicate e consistenti anche il nuovo assegno continuerà a restare poco più di una promessa”. Ciò che serve, ricorda ancora Calvi, è una svolta culturale a tutti i livelli della società, imprese e settore privato inclusi e anzi in primo piano. Perché l’inverno demografico, in Italia, non è mai stato così drammatico. Lo è già da anni, a dire il vero, ma il Coronavirus è stato un acceleratore devastante per le dinamiche in atto: con il Covid la quota di giovani italiani non più intenzionati a sposarsi o fare figli è raddoppiata rispetto a Paesi come Francia, Germania, Spagna o Gran Bretagna, con percentuali attorno al 40%. Ecco perché, per la famiglia, oggi più che mai, si tratta davvero di un “adesso o mai più”. Dove, però, il “mai più” fa tragicamente rima con la fine, economica e sociale, di un Paese, il nostro, dalla storia millenaria.

Family Act. Oltre all’assegno unico bisogna pensare alla Adozione Internazionale

Cauto anche il presidente di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, Marco Griffini. “Come è cambiata la politica – ha commentato – Una volta si annunciavano le decisioni prese e operative, adesso si annuncia una promessa, l’inizio di un iter parlamentare. Mi unisco all’appello del presidente del Forum delle famiglie, Gigi De Palo, affinché tutte le forze politiche riescano a mettersi sedute a un unico tavolo, finalmente unite una volta tanto per il futuro del Paese e il benessere dei nostri figli”. Infine, un pensiero per l’Adozione Internazionale. “Speriamo – ha infatti aggiunto Griffini – che in questo Family act si riesca a trovare uno spazio anche per coloro che attendono di essere finalmente figli attraverso la stupenda accoglienza dell’Adozione Internazionale: è da anni che le famiglie stanno attendendo la gratuità di questa forma di accoglienza per dare una speranza sia a milioni di bambini abbandonati e anche per dare un piccolo ma importante contributo alla lotta contro la denatalità”.