Il Papa: valori per un nuovo sviluppo che rispetti i più deboli

Sarà un documento dedicato al vasto tema dell’economia e del lavoro, nel quale « verranno posti in evidenza quelli che per noi cristiani sono gli obiettivi da perseguire e i valori da promuovere e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza umana veramente libera e solidale» .

È stato lo stesso Benedetto XVI a presentare in questi termini la sua nuova enciclica che « verrà – ha detto – prossimamente pubblicata » ( la firma dovrebbe essere apposta a fine mese), nella quale largo spazio sarà dedicato alla crisi economica « che ha colpito i Paesi industrializzati, quelli emergenti e quelli in via di sviluppo » , e che « mostra in modo evidente come siano da ripensare certi paradigmi economico­finanziari che sono stati dominanti negli ultimi anni » . Nel suo discorso, rivolto ieri mattina ai partecipanti al Congresso internazionale su « Valori e regole per un nuovo modello di sviluppo » , organizzato dalla Fondazione vaticana Centesimus Annus – Pro Pontifice, Benedetto XVI ha sottolineato in modo particolare, lodando l’iniziativa della Fondazione, come sia importante affrontare « il tema della ricerca e della individuazione di quali siano i valori e le regole a cui il mondo economico dovrebbe attenersi per porre in essere un nuovo modello di sviluppo più attento alle esigenze della solidarietà e più rispettoso della dignità umana » .
Senza anticipare quelli che saranno la struttura e i contenuti specifici della sua terza enciclica, papa Ratzinger s’è invece rifatto alla Centesimus annus per evidenziare come nell’esaminare le « interdipendenze tra istituzioni, società e mercato » , l’economia di mercato, ovvero quel « sistema economico che riconosce – ha citato il Pontefice – il ruolo fondamentale e positivo dell’impresa, del mercato, della proprietà privata e della conseguente responsabilità per i mezzi di produzione, della libera creatività umana nel settore dell’economia » possa essere « riconosciuta come via di progresso economico e civile solo se orientata al bene comune » . Di qui l’auspicio che « le indagini sviluppate nei vostri lavori, ispirandosi agli eterni principi del Vangelo, elaborino una visione dell’economia moderna rispettosa dei bisogni e dei diritti dei deboli » . Nel congedarsi dai presenti, a nome dei quali era stato il presidente Lorenzo Rossi di Montelera a rivolgergli il saluto iniziale al suo ingresso nella sala Clementina, Benedetto XVI ha ringraziato la Fondazione per i suoi interventi in favore del Pisai, il Pontificio Istituto di Studi Arabi e d’Islamistica, « alle cui finalità, da voi condivise, attribuisco grande valore per un dialogo interreligioso sempre più fecondo » .

Benedetto XVI ieri mattina ha ricevuto in u­dienza i membri della Fondazione Centesi­mus Annus – Pro Pontifice. Pubblichiamo il testo integrale del suo discorso:

“Venerati fratelli nell’episcopato e nel sacerdozio, illustri e cari amici! Grazie per questa vostra visita, che si colloca nel contesto della vostra annuale riunione. Vi saluto tutti con affetto e vi sono grato per quanto voi fate, con provata generosità, al servizio della Chiesa. Sa­luto e ringrazio il conte Lo­renzo Rossi di Montelera, vostro presidente, che ha in­terpretato con fine sensibi­lità i vostri sentimenti, e­sponendo a grandi linee l’attività della Fondazione.
  Ringrazio anche coloro che, in lingue diver­se, hanno voluto presentarmi l’attestato del­la comune devozione. L’odierno nostro in­contro assume un significato e un valore par­ticolare alla luce della situazione che vive in questo momento l’intera umanità.

In effetti, la crisi finanziaria ed economica che ha colpito i Paesi industrializzati, quel­li emergenti e quelli in via di sviluppo, mo­stra in modo evidente come siano da ripen­sare certi paradigmi economico-finanziari che sono stati dominanti negli ultimi anni. Bene ha fatto, quindi, la vostra Fondazione ad affrontare, nel Convegno internazionale svoltosi ieri, il tema della ricerca e della in­dividuazione di quali siano i valori e le regole a cui il mondo economico dovrebbe atte­nersi per porre in essere un nuovo modello di sviluppo più attento alle esigenze della solidarietà e più rispettoso della dignità u­mana.
  Sono lieto di apprendere che avete esa­minato, in particolare, le interdipen­denze tra istituzioni, società e merca­to partendo, in accordo con l’enciclica Cen­tesimus annus del mio venerato predeces­sore Giovanni Paolo II, dalla riflessione se­condo la quale l’economia di mercato, inte­sa quale «sistema economico che riconosce il ruolo fondamentale e positivo dell’impre­sa, del mercato, della proprietà privata e del­la conseguente responsabilità per i mezzi di produzione, della libera creatività umana nel settore dell’economia» (n. 42), può esse­re riconosciuta come via di progresso eco­nomico e civile solo se orientata al bene co­mune (cfr n. 43). Tale visione però deve anche accompagnarsi all’altra riflessione secondo la quale la libertà nel settore dell’economia deve inquadrarsi «in un solido contesto giuridico che la met­ta al servizio della libertà umana integrale», una libertà responsabile «il cui centro è eti­co e religioso» (n. 42). Opportunamente l’en­ciclica menzionata afferma: «Come la per­sona realizza pienamente se stessa nel libe­ro dono di sé, così la proprietà si giustifica moralmente nel creare, nei modi e nei tem­pi dovuti, occasioni di lavoro e crescita u­mana per tutti» (n. 43).
 A uspico che le indagini sviluppate nei vostri lavori, ispirandosi agli eterni principi del Vangelo, elaborino una visione dell’economia moderna rispettosa dei bisogni e dei diritti dei deboli. Come sa­pete, verrà prossimamente pubblicata la mia enciclica dedicata proprio al vasto tema del­l’economia e del lavoro: in essa verranno po­sti in evidenza quelli che per noi cristiani sono gli obbiet­tivi da perseguire e i valori da promuovere e difendere instancabilmente, al fine di realizzare una convivenza u­mana veramente libera e so­lidale.
  Prendo altresì atto con com­piacimento di quanto state operando a favore del Pisai (Pontificio Istituto di studi arabi e d’islamistica), alle cui finalità, da voi condivise, at­tribuisco grande valore per un dialogo interreligioso sempre più fecondo. Cari amici, grazie an­cora una volta per la vostra visita; assicuro per ciascuno di voi un ricordo nella pre­ghiera, mentre di cuore tutti vi benedico.
 Benedetto XVI
 «Per i cristiani ci sono valori da promuovere e difendere per realizzare una convivenza libera e solidale.
  Di questo parlerò nell’enciclica» «Il mercato? È via di progresso se è orientato al bene comune».
  Ieri Ratzinger ha ripreso alcuni passi dell’enciclica di Wojtyla del ’91.
  «E prossimamente – ha detto – verrà pubblicata la mia»

(fonte: Avvenire)