Il piccolo cuore di Hasan, scampato alla guerra e alla malattia

napoli 2Hasan ha otto anni, è un bambino palestinese e con la sua famiglia viveva in un campo profughi siriano. Il suo cuore aveva un difetto congenito, aggravando la qualità di una vita già difficile lontano da casa. Poi la guerra civile, il fuoco dei cecchini e la violenza dell’uomo contro l’uomo hanno peggiorato la salute del suo piccolo cuore. Così per guarire dai mali del corpo e della violenza ha dovuto volare ancora più lontano, prima in Libano, poi in Italia.

A Napoli ci è arrivato arrivato morente, tra le braccia della sua mamma, perché il suo cuoricino stava smettendo di battere a causa di una gravissima cardiopatia congenita.
Il piccolo Hasan era cianotico, quasi non respirava più quando la sua mamma, rischiando a sua volta la vita, violando il divieto di uscire dal campo profughi, ha tentato la pericolosa avventura.
E’ stato accolto, visitato e operato presso il Policlinico di Napoli dal Professor Carlo Vosa, che con la sua équipe gli ha salvato la vita. Gli hanno innestato un condotto valvolare espiantato da un’autopsia giudiziaria con il placet del procuratore Colangelo e del e del procuratore aggiunto Melillo. Un evento straordinario, realizzato mediante una procedura innovativa, con l’utilizzo di materiale biologico, meno oneroso senza complicazioni post operatorie e con una durata di oltre 30 anni, vale a dire il quintuplo di materiale sintetico che è più soggetto all’usura.

E’ così che il piccolo palestinese ha vinto la sua battaglia più importante: quella per la vita. E ora sorride mentre svolge la fase di riabilitazione, sognando un futuro più sereno per lui e la sua famiglia.