Il Sostegno a Distanza del futuro? Un modello di accoglienza e solidarietà diffusa e un efficace strumento di cooperazione

L’intervento di Stefania Pisano (Ai.Bi. – Amici dei Bambini) in occasione del XX Forum SaD “Io sono perché voi siete”: “il Sostegno a Distanza può vivere una nuova primavera. Perché ciò avvenga è necessario innanzitutto un processo di ri-definizione della sua identità”

Il Sostegno a Distanza? “può e deve vivere una nuova primavera. Perché ciò avvenga è necessario innanzitutto un processo di ri-definizione e potenziamento della sua identità“. Ad affermarlo, in occasione della XX edizione del Forum SaD, dal titolo “Io sono perché voi siete”, svoltasi questa mattina a Roma, è stata Stefania Pisano, Responsabile Comunicazione e Raccolta Fondi di Ai.Bi. – Amici dei Bambini, intervenuta nel corso della mattinata, nell’ambito di una tavola rotonda con gli esponenti di altri enti sulle prospettive del Sostegno a Distanza in Italia.

“La pandemia – ha detto Stefania Pisano – ci ha richiesto di cambiare i nostri stili di vita, i nostri rapporti, la nostra gerarchia di valori e di ripensare a nuovi codici e comportamenti. Il Covid19 ci ha reso tutti più fragili e vulnerabili ma, allo stesso tempo, consapevoli di quanto sia importante ‘l’altro’ e quanto la solidarietà e la prossimità siano beni comuni che non possono essere sprecati. E il SAD è questo: una relazione tra me e l’altro da me; una relazione di solidarietà che oggi più che mai può essere generatore e moltiplicatore di solidarietà e di reciprocità. Nel corso del mio impegno in Amici dei Bambini ho avuto la fortuna di coordinare sul campo i progetti di Sostegno a Distanza e di rapportarmi direttamente con i protagonisti: bambini, giovani, famiglie e intere comunità. Negli anni ho visto crescere e consolidarsi relazioni, affetti, aspettative e speranze a migliaia di chilometri di distanza. Ho visto nascere storie di reciproco ‘volersi bene’. In moltissimi casi si è trattato di rapporti fondati sull’urgenza sentita dalle famiglie italiane di essere vicine a chi era in difficoltà. Una famiglia che sostiene un progetto o un bambino e si interessa di cosa accade dall’altra parte del mondo fa una grandissima differenza per quel bambino solo o in difficoltà: perché c’è finalmente qualcuno che crede in lui”.

Sostegno a Distanza e cooperazione internazionale: verso una ri-definizione

“Il Sostegno a Distanza – ha proseguito – è una scelta di solidarietà circolare per la quale chi dona riceve e viceversa, in una relazione di reciprocità e scambio che continua nel tempo e che ben si coniuga con il titolo di questo XX Forum Sad, ‘Io sono perché voi siete’ e risponde esattamente alle esigenze contemporanee”. Proprio alla luce di questa riflessione, Pisano vede le prospettive di un rilancio. Condizionato, tuttavia, a una ri-definizione del SAD e a un suo potenziamento. “Come possiamo farlo?”, si è chiesta la dottoressa Pisano, rispondendosi: “Facendo un censimento del SAD oggi; riconoscendo il sostegno a distanza o di vicinanza quale strumento di prossimità e cooperazione sostenibile e replicabile; promuovendo accordi di partenariato pubblico-privato e linee di finanziamento pubbliche dedicate; garantendo una comunicazione etica, responsabile e trasparente nell’utilizzo dei fondi”.

“La prima domanda da porsi – ha poi proseguito – è cos’è il SAD oggi? Quale è il suo impatto e quanti e quali associazioni, individui, famiglie, minori coinvolge? L’ultimo studio fatto risale ormai a una ricerca Eurisko del 2013 promossa da Ai.Bi.. E’ urgente, quindi, un censimento che offra una fotografia aggiornata del SAD oggi per costruire il SAD del futuro. In secondo luogo, ritengo che bisognerebbe cambiare l’approccio al SAD: da apporto ai progetti di cooperazione a progetto di cooperazione dal basso. Per sua natura, il Sostegno a Distanza, è uno strumento di cooperazione e solidarietà sostenibile e replicabile. Chiama in causa ogni individuo come persona con la sua sensibilità, il suo protagonismo e le proprie risorse”.

“Oggi per la co-partecipazione ai progetti di Sostegno a Distanza – ha concluso la Pisano – le associazioni confidano quasi esclusivamente sulla responsabilità sociale di impresa. Urge, invece, una politica governativa che creda nel valore del Sostegno a Distanza, altrimenti rischiamo di svilire il SAD a mera raccolta fondi sacrificandone l’autorevolezza e la bellezza. Il rilancio del SAD ha bisogno di accordi di partenariato pubblico-privato per un obiettivo comune e di linee di finanziamento pubbliche dedicate per valorizzare al massimo la partecipazione e il contributo popolare di famiglie, cittadini, scuole e comunità. Cooperare significa connettere i vari settori del Paese – pubblico e privato, ONG, società civile e imprenditoria – per costruire e rafforzare reti di solidarietà nazionale e internazionale attraverso un’ azione di sistema che incoraggi il protagonismo della gente e le forme di cooperazione dal basso. Un gioco di squadra necessario alla ricostruzione di spazi di bene comune, sempre più minacciati dai particolarismi e dalla disinformazione. Il Sostegno a Distanza è una forma di solidarietà che può generare un grande capitale umano e sociale se valorizzata e promossa a partire da una campagna nazionale di utilità sociale. (…) Il Sostegno a Distanza del futuro dovrebbe essere finalmente considerato per quello che è: un modello di accoglienza e solidarietà diffusa e un efficace strumento di cooperazione che fa crescere il dialogo e lo scambio fra i popoli, avvicinando culture e società diverse, promuovendo legami di reciprocità e valorizzando la persona e la sua dignità in ogni contesto e cultura”.